Ripresa economica: il merito è di chi non si è arreso alla pandemia
Si comprende, allora, come il Ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, guardi con soddisfazione ai risultati che si stanno generando, ma, forse, varrebbe la pena rammentare anche la lezione di Mario Draghi sul debito buono e su quello cattivo.
Non è certo con i bonus a pioggia e i redditi di cittadinanza che si realizza il rilancio. Non è neppure con i vincoli ideologici e gli astrusi limiti ai contratti di lavoro a termine del decreto Dignità che si favorisce l’occupazione.
Così come non è sicuramente con la Pubblica amministrazione che ci ritroviamo (dall’Inps ai ministeri, dalle regioni ai comuni) che si determina la ripresa del Paese.
Anzi, verrebbe da dire che il rimbalzo si sta determinando nonostante le strutture amministrative che abbiamo, nonostante i grand commis, nonostante quei bonus, quei lacci e lacciuoli burocratici, quei ritardi e quelle inefficienze che quotidianamente siamo costretti a subire. C’è, però, ora e qui, un’occasione di riscatto per la politica e le istituzioni pubbliche: utilizzare il Recovery Fund come leva per sostenere e agevolare lo sforzo immane di imprese, lavoratori e famiglie. Si eviti, dunque, lo spettacolo dell’assalto alla diligenza e della dispersione delle risorse in mille rivoli clientelari. E si punti su poche, essenziali, voci: investimenti, investimenti, investimenti.
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