Omicidio di Willy Monteiro Duarte, l’ultimo mistero e il ruolo del gruppo di Colleferro
di CLEMENTE PISTILLI
Quante ombre ancora sul massacro di Willy Monteiro Duarte,
ucciso a calci e pugni nella notte tra il 5 e il 6 settembre in una
piazza di Colleferro. Tante da non essere eliminate neppure dalle
intense indagini svolte sinora dagli inquirenti e che hanno portato il
gip del Tribunale di Velletri, Giuseppe Boccarato, a convalidare gli arresti dei quattro giovani di Artena accusati di omicidio preterintenzionale.
Visto un amico in difficoltà il 21enne non si è girato dall’altra
parte. Ha cercato di difenderlo, di mettere pace e quel suo altruismo
domenica scorsa a Colleferro gli è costato la vita. Il branco che aveva
accerchiato il suo compagno di scuola lo ha massacrato. Lo hanno detto
subito e chiaramente ai carabinieri gli amici di Paliano che erano con
lui.
Di quel gesto di generosità non c’è però traccia nelle dichiarazioni
fatte proprio dal gruppetto di Colleferro a cui l’apprendista cuoco con
il sogno del calcio era andato in soccorso. Il gruppo che sarebbe
fuggito spaventato mentre il coetaneo rantolava a terra.
Dubbi, inoltre, spuntano fuori pure sui protagonisti del pestaggio, che a
quanto pare non sarebbero stati solo quattro. Incrociando quanto emerso
sinora dagli atti d’indagine con le risposte date a Repubblica
da alcuni ragazzi presenti quella sera nel locale “Duedipicche” e in
largo Santa Caterina troppe cose sfuggono e sul perché manca ancora una
risposta. L’ennesimo mistero su una notte di ferocia e follia in cui è
stata spezzata la vita di un ragazzo dal cuore buono.
Omicidio di Willy Monteiro Duarte: ecco cosa sappiamo sulla notte del delitto
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