Omicidio di Willy Monteiro Duarte, l’ultimo mistero e il ruolo del gruppo di Colleferro
di CLEMENTE PISTILLI
Mentre stava andando a prendere l’auto per tornare a casa insieme ai
suoi amici, attorno alle 3, vedendo l’ex compagno di scuola Federico
Riccardo Zurma in difficoltà Willy Monteiro Duarte è andato subito a
chiedergli se avesse bisogno di aiuto e a cercare di evitare che la
situazione degenerasse. Un gesto nobile. Notato chiaramente dai ragazzi
di Paliano. Proprio quello a cui seguirà il pestaggio che lo ucciderà di
lì a poco. Di quel gesto, nelle dichiarazioni di Zurma riportate
nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Boccarato, non c’è
un cenno.
Colleferro, l’autopsia: “Traumi ovunque” sul corpo martoriato di Willy
Il giovane di Colleferro riferisce ai carabinieri di aver saputo che il
gruppo di Artena aveva apostrofato le ragazze che erano con loro, di
aver chiesto a quei giovani spiegazioni insieme al suo amico Alessandro
Rosati, di essere stato poi dagli stessi picchiato fuori dal locale, ma
nulla su Willy intervenuto in sua difesa. “Finita la lite tra me e il
ragazzo (uno dei giovani di Artena) – dichiara – notavo che a distanza
di pochi metri da noi si era creato un altro parapiglia tra altri
ragazzi che stavano litigando”. Ancora: “Qualcuno mi urlava che il mio
amico Willy, coinvolto nel parapiglia, si trovava steso a terra ed io,
facendomi spazio tra la gente, in effetti notavo Willy a terra sul
marciapiede, preso da spasmi tipo delle convulsioni”. Zurma conclude
quindi che con l’amico Rosati si allontana temendo altre violenze da
parte del gruppo di Artena.
rep
Il patto tra i complici sul suv: “Sul pestaggio non una parola”
dal nostro inviato FABIO TONACCI
Dell’intervento da paciere del 21enne non c’è nulla neppure nelle
dichiarazioni di Rosati, che riferisce però dell’aggressione subita
dalla vittima. Rosati inoltre specifica che insieme a Zurma è andato in
precedenza a chiedere al gruppo di Artena il perché degli apprezzamenti
alle ragazze che erano con loro, tra cui la sua fidanzata, dopo aver
saputo di quegli apprezzamenti da un altro amico della sua comitiva,
Massimiliano Pierantoni. “Pierantoni Massimiliano richiamava la mia
attenzione – specifica – informandomi che qualcuno aveva fatto degli
apprezzamenti poco piacevoli verso le ragazze che erano con noi. In
particolare il Pierantoni mi diceva che gli apprezzamenti erano stati
fatti da un gruppo di ragazzi”.
Ma a Repubblica Pierantoni nega tale particolare. “Guardi –
assicura il giovane – io non so niente, ero lì ma ero molto defilato”. E
sugli apprezzamenti alle ragazze riferiti all’amico, da cui sarebbero
iniziate le prime schermaglie con quella nota ormai come la banda di
Artena? “No, tutto falso. Non sono stato io. Ero lì, ma come se non ci
fossi stato, ero molto defilato”. La fidanzata di Rosati, Azzurra
Biasotti, preferisce invece non commentare. “Guardi non è il caso, la
ringrazio e buon lavoro”, si limita a dire.
rep
Un calcio alla testa per uccidere Willy. “È stato Gabriele”
di FEDERICA ANGELI e MARIA ELENA VINCENZI
A parlare di Willy accanto a Zurma, oltre agli amici della vittima, è invece nel corso dell’interrogatorio l’indagato Francesco Belleggia, sostenendo che il giovane è stato colpito dai fratelli Marco e Gabriele Bianchi appena giunti nel parchetto vicino alla caserma dei carabinieri. E lo stesso, l’unico a ottenere i domiciliari, aggiunge anche che dopo il pestaggio è tornato ad Artena insieme ai Bianchi, al coindagato Mario Pincarelli, anche loro tutti arrestati, a Vittorio Edoardo Tondinelli, 20enne di Velletri indagato a piede libero per favoreggiamento, in quanto non sarebbe sceso neppure dall’auto al momento dell’aggressione, a Omar Sahbani, un giovane di Lariano, e a Michele Cerquozzi, che i fratelli Bianchi sostengono sia l’amico che li ha chiamati spiegando che fuori dal “Duedipicche” erano in difficoltà. Ma cosa stessero facendo Cerquozzi e Omar mentre Willy veniva riempito di calci e pugni non è ancora chiaro.
Omar scrive sul suo profilo Facebook, criticando chi continua a insultare i Bianchi sui social, che occorre ricordare che sono stati arrestati anche Belleggia e Pincarelli: “Si ha tanto dolore per l’accaduto, per carità, ma tutti quelli che stanno parlando la sanno la verità? E se non fossero stati Marco e Gabriele a uccidere quel povero ragazzo? Vi invito ad iniziare a informarvi bene prima prima di dare dell’assassino”. Ancora Omar: “Come è giusto che Willy riposi in pace, come è giusto che giustizia sia fatta, è anche giusto che il vero colpevole deve parlare. Fosse l’ultima cosa che faccio ma mi batterò fino alla fine pur di far uscire la verità”. Qual è la verità? Nell’interrogatorio del resto sempre Belleggia ha sostenuto che mentre tornava con gli altri amici ad Artena gli stessi dicevano che a colpire Willy mentre era a terra era stato Pincarelli, precisando però: “Io non ho visto i colpi di Mario”.
Samuele Cenciarelli e Matteo Larocca, gli amici del 21enne, riferiscono poi di un’aggressione compiuta da cinque persone e il presunto quinto picchiatore non è stato individuato. Larocca infine sostiene che era presente al momento dell’aggressione Matteo Bucci, anche lui di Artena, un parrucchiere. “Non ero presente lì e non ho altro da dire”, stoppa però subito le domande di Repubblica il parrucchiere. Sempre Larocca lo ha invece indicato nel ruolo di paciere. “Posso affermare con certezza che ha cercato di calmare uno dei fratelli Bianchi per riportarli alla calma. Ricordo addirittura che lo ha afferrato da dietro nel tentativo di bloccarlo”, ha dichiarato ai carabinieri. Bucci nega. E sul suo profilo Facebook scrive: “Mi sono arrivate tremila chiamate e messaggi da persone che non sentivo e addirittura che non mi salutavano. Volevo soltanto informare a tutte le malelingue e i curiosi che ci sono nel mondo che io non ero assolutamente presente sul posto del vergognoso fatto accaduto la scorsa notte che ha scioccato tutti noi. Le persone che sono state giustamente coinvolte sono persone che conosco e che conosciamo quasi tutti noi. Ci siamo incontrati per caso e ci siamo fatti semplicemente una bevuta insieme un’ora prima. Riposa in pace Willy un abbraccio grande”. Numerose le tessere mancanti per completare il puzzle della drammatica notte. Sono le tessere che stanno cercando i carabinieri e il sostituto procuratore Luigi Paoletti.
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