Elezioni 2020, Zingaretti avverte gli alleati (e il Pd). Sale pressing per il rimpasto
Zingaretti chiude la Festa nazionale dell’Unità a Modena con un comizio che è un indubbio successo di affluenza, come tutta la Festa. Bene, premesso che il Pd “è l’unica alternativa all’avanzata della destra, altre non ne ho viste” e chiesto, appunto, agli “elettori delle forze alleate al governo di votarci per fermare le destre”, il leader dem mette i piedi nel piatto. “Chiederemo – quasi urla – rigore assoluto al governo che sentiamo nostro e sosteniamo ma ora dovremo dire basta ai troppi se, alle attese e ai ritardi”.
Zingaretti ce l’ha sempre con gli alleati (“basta con l’ipocrisia di essere alleati ma in tv fare la parte degli avversari”). Il messaggio è: la pazienza del Pd non è infinita, non tirate troppo la corda, che poi si spezza. Sul referendum dice “avanti con le riforme”. Il resto è retorica.
Franceschini plaude convinto: “Indica la via per partito e governo”. Conte prenda nota. Per il rimpasto, al netto di Zingaretti (lui e Di Maio potrebbero fare i vicepremier come nello schema del governo gialloverde), si parla di Delrio per il Pd, Boschi per Iv e Brescia per M5s.
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