Ripartenza in salita per la scuola, ora gli esami più duri
A CURA DI FLAVIA AMABILE
Con emozione e un po’ di ansia oltre 5 milioni e 600 mila studenti e studentesse sono tornati a scuola ieri in 13 regioni per la ripresa dell’attività didattica. In totale saranno 8,3 milioni, quando rientreranno tutti. Una ripresa che è comunque avvenuta senza problemi eccessivi, ma i nodi sul tappeto restano numerosi, dalla consegna dei nuovi banchi che marcia lenta, agli organici non coperti, agli spazi ridotti, alle mascherine che non sempre ci sono o vengono indossate correttamente. Difficoltà in molti istituti a fare rispettare il distanziamento a causa della mancanza di spazi.
Insomma la strada è ancora lunga. Le difficoltà sono enormi e rischiano di diventare molto complesse tra certificati e quarantene da gestire quando si andrà incontro a un aumento dei contagi.
IL RITARDO – Consegnato un banco su dieci
Le scuole hanno avuto due possibilità per acquistare i banchi: accedere
ai fondi messi a disposizione dagli enti locali oppure aspettare quelli
promessi dalla struttura del commissario straordinario all’emergenza
Covid-19. I primi sono tradizionali banchi monoposto, ormai arrivati
quasi ovunque. Per i secondi invece sarà necessario attendere ancora,
perché il completamento delle consegne è previsto tra un mese e mezzo,
per la fine di ottobre. Secondo i presidi, dei 2,4 milioni di banchi
acquistati ne sono stati consegnati circa 200mila, secondo la Flc Cgil
il doppio. In ogni caso troppo pochi.
LE MASCHERINE – La distribuzione è un caos
«Abbiamo distribuito fino a ieri 94 milioni di mascherine. Oggi ne
distribuiamo altri 65 milioni: considerando che gli studenti sono otto
milioni e mezzo e il personale docente e non docente un milione e mezzo,
abbiamo almeno due settimane se non tre di autonomia». Lo ha riferito
il commissario straordinario per l’emergenza Covid Domenico Arcuri,
assicurando che fino al termine dell’anno scolastico non ne mancheranno
mai. Nelle scuole ieri però regnava ancora molta confusione su come
distribuirle, per cui molti istituti hanno permesso di tenere quelle
portate da casa.
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