Siglati gli accordi di Abramo di Israele con il Bahrein e gli Emirati. Trump: «Altri Stati seguiranno»

Il presidente americano parla di «sangue che ha bagnato le sabbie del deserto», spiega che anche Netanyahu «è stanco della guerra». In realtà i tre Paesi non hanno mai combattuto, la firma di ieri non chiude un conflitto come con i giordani (e prima con l’Egitto nel 1979). Apre però «una nuova alba di pace in Medio Oriente», proclama Trump, mentre Netanyahu, Abdullah bin Zayed Al-Nahyan (ministro degli Esteri emiratino) e Abdullatif Al Zayani (Bahrein) ripetono: «È una giornata storica».

Trump assicura che «almeno altre cinque nazioni sono pronte a seguire questi passi», che anche i palestinesi torneranno a negoziare («ci stiamo parlando»), che potrebbe raggiungere un accordo con l’Iran in poco tempo, «se venissi rieletto». Per ora la cerimonia ha solo riavvicinato i leader palestinesi divisi, il presidente Abu Mazen ha parlato con Ismail Haniye, capo di Hamas, e insieme ribadiscono: «La nostra causa non si svende». Negli stessi minuti della firma, dalla Striscia di Gaza i miliziani hanno sparato razzi contro le città israeliani, ad Ashdod i feriti sono 6.

I pochi dettagli sul documento emergono dalle polemiche politiche israeliane. La sinistra all’opposizione rivela che l’intesa prevede il via libera per gli Stati Uniti alla vendita dei jet militari F-35 agli Emirati, sarebbe la prima volta che un governo israeliano rinuncia all’«esclusiva» nella regione sugli armamenti americani. L’estrema destra reagisce ad altre ipotesi: il testo conterrebbe un riferimento alla soluzione dei due Stati assieme alla promessa israeliana di fermare l’annessione di parte della Cisgiordania e la costruzione di colonie.

Il patto ribalta la formula che fino a ora le nazioni arabe hanno voluto imporre per normalizzare le relazioni diplomatiche con Israele. Il primo passo era terra in cambio di pace. Adesso l’equazione è pace in cambio di turisti, tecnologie e un’alleanza contro l’Iran: gli affari tra i tre Paesi raggiungeranno da subito i 500 milioni di dollari, i pellegrini di Emirati e Bahrein potranno visitare la Spianate delle Moschee, il terzo luogo più sacro per l’islam, mentre i viaggiatori israeliani si immergeranno nelle notti di Dubai. Tre ore di volo.

CORRIERE.IT

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