Scuola, l’incognita dei docenti: oltre 150mila ancora da nominare
di ILARIA VENTURI
La scuola è partita, ma mancano i docenti, lo si è visto dagli orari ridotti del primo giorno e di questa settimana: ogni istituto si è arrangiato come ha potuto – due-cinque ore di lezioni, giorni alternati per classi – mettendo anche docenti di religione su cattedre scoperte e insegnanti curriculari sul sostegno. Quanti ne mancano ancora? La stima la fanno i sindacati: almeno 150mila ancora da nominare. Non è più una corsa contro il tempo per arrivare pronti al suono della prima campanella, ma a gara già avviata. Almeno nelle regioni che hanno avviato ieri l’anno scolastico.
Ritardi che la scuola conosce da anni, purtroppo, ma che il nuovo sistema di graduatorie (Gps) ha allungato: sono da ricontrollare, al punto che ora il compito è stato affidato ai presidi. Risultato: così si tenta di accelerare le nomine per le supplenze annuali, ma gli insegnanti chiamati potrebbero poi in corso d’anno cedere il posto a chi magari vince il contenzioso avviato sugli errori nella posizione in graduatoria. Il rischio è la girandola dei supplenti. E poi, in emergenza sanitaria questa farraginosa macchina delle nomine dei supplenti ha effetti maggiormente pesanti, perchè mai come quest’anno ci sarebbe stato bisogno di avere in fretta tutti gli insegnanti al loro posto. Invece la partenza della scuola ad orari provvisori rischia di allungarsi a ottobre.
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