Clima, migranti e digitale: la svolta dell’Ue: “In Italia il vertice mondiale sulla salute”
L’Italia citata quattro vole
Nel suo discorso di oltre un’ora, la tedesca ha riservato un trattamento particolare all’Italia, citata ben quattro volte. In una di queste ha annunciato – d’intesa con Giuseppe Conte – un vertice mondiale sulla Salute che si terrà il prossimo anno nel nostro Paese durante la presidenza del G20. «Se l’Italia ospita questo summit, ma non usa il Mes, non è credibile» commenta con un pizzico di sarcasmo l’eurodeputata del Pd, Patrizia Toia. Esultano invece i Cinque Stelle per l’annuncio (già fatto lo scorso anno) della volontà di introdurre un salario minimo, progetto di cui il Movimento rivendica la paternità. Von der Leyen ha però spiegato che sarà adottato «nel rispetto delle competenze e delle tradizioni nazionali». Senza troppe intrusioni di Bruxelles, dunque.
I diritti
Suscita
grandi attese in Italia anche il nuovo Patto sull’immigrazione. Sarà
lanciato mercoledì prossimo e von der Leyen promette che «cancellerà il
regolamento di Dublino». Non è ancora chiaro in che direzione andrà, di
certo si punta a una gestione più coordinata dell’asilo e dei rimpatri.
«Salvare vite in mare – ha sottolineato la presidente – non può essere
facoltativo. E i Paesi che lo fanno hanno bisogno della solidarietà
degli altri». Ma poi bisognerà «distinguere chi ha diritto all’asilo e
chi no»: questi ultimi andranno rimandati nei Paesi di origine, con i
quali l’Ue cercherà di intensificare gli accordi di riammissione, vero
nodo che ostacola i rimpatri. «Noi facciamo un passo avanti – ha
avvertito – e mi aspetto che gli Stati facciano lo stesso».
Le nuove famiglie
In Aula Ursula von der Leyen ha ingaggiato un corpo a corpo dialettico con l’estrema destra su razzismo e odio, mentre ai governi ha chiesto maggiore coraggio in politica estera: «Dobbiamo abbandonare l’unanimità per le decisioni che riguardano sanzioni e diritti umani». Difficilmente sarà ascoltata. Idem sui diritti civili: la Commissione spingerà per il riconoscimento in tutta Europa delle famiglie omogenitoriali: «Se sei genitore in un Paese, lo sei in tutti i Paesi», dice la presidente. Buoni auspici destinati però a scontrarsi con la realtà.
LA STAMPA
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