Vaccino per l’influenza, 17 milioni di dosi. Speranza: “Sono poche? No, basteranno”
di ALESSANDRO FARRUGGIA
Roma, 18 settembre 2020 – Ministro Speranza, sono stati mesi durissimi, dolorosi, di decisioni difficili. Forse è già possibile un primo bilancio. Duecentonovantamila contagiati e 35 mila morti dopo, qual è la cosa della quale va più fiero e quale scelta non rifarebbe?
“I bilanci si faranno alla fine e purtroppo siamo ancora dentro la sfida al virus. Io credo che l’Italia abbia fatto la sua parte. Oggi i nostri numeri sono oggettivamente migliori dei principali paesi europei. La scelta di fondo di mettere la salute prima di tutto è stata corretta. Giudico fondamentale la sintonia che si è creata tra le difficili scelte del governo per contrastare il Coronavirus e la risposta dei cittadini. Senza questa sintonia non saremmo riusciti a piegare la curva dal verso giusto. Ovviamente non abbiamo la presunzione di pensare che tutte le decisioni prese siano state perfette, ma la grande lezione da imparare da questa crisi è la seguente: mai più tagli alla sanità, a cui purtroppo abbiamo assistito per troppo tempo”.
Sul piano umano cosa le sta insegnando questa esperienza?
“Poco più di 12 mesi fa ho giurato sulla Costituzione di difendere la salute di ogni individuo. Quell’articolo 32 è stato la mia guida nei momenti più difficili. Ma sono anche orgoglioso di quello che ha fatto il Paese e dell’unione e della solidarietà che abbiamo dimostrato come comunità”.
Sul piano politico come sono stati questi 12 mesi? E cosa si attende dalle regionali?
“Credo molto nel dialogo aperto tra centrosinistra e M5s. Ci siamo trovati sulle scelte per noi fondamentali che sono quelle della difesa della salute, della scuola e dell’ambiente: beni pubblici essenziali che proprio la pandemia ci ha ricordato quanto siano fondamentali. Tra qualche ora si apriranno le urne per le elezioni Regionali e io spero che gli elettori siano più bravi di noi, che raramente siamo riusciti a unire le forze che governano assieme a Roma. Spero che gli elettori arrivino dove non sono arrivati i gruppi dirigenti, con scelte intelligenti capaci di premiare che è effettivamente competitivo”.
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