Tutte le regole per vincere la partita dell’election day

di GIOVANNA CASADIO

La scheda è celeste. La domanda è una sola. La risposta un Sì o un No al taglio dei parlamentari: da 945 a 600. Il referendum – per cui sono chiamati a votare 46 milioni 641 mila 856 elettori – è confermativo della riforma a cui il Parlamento ha dato il via libera nell’autunno del 2019. E comincerà proprio da qui lo scrutinio dell’Election day, per proseguire nel corso del pomeriggio con Regionali. Dalle 9 di martedì quello delle Comunali.

Quando si vota

Domani (dalle 7 alle 23) e lunedì (dalle 7 alle 15) si vota infatti non solo per il referendum sul taglio dei parlamentari, ma anche per sei Regioni – Campania, Liguria, Marche, Puglia, Veneto e Toscana – in cui è prevista l’elezione diretta del governatore. Oltre alla Valle d’Aosta (a statuto speciale), dove invece sarà il consiglio regionale ad eleggere il presidente.

Test anche politico

Più ancora del referendum, è il voto per le Regionali ad assumere il valore di un test politico. Delle 6 Regioni al voto ben quattro sono oggi guidate dal centrosinistra e due (Veneto e Liguria) dal centrodestra. Il responso elettorale ridisegnerà quindi la mappa politica. Dal punto di vista dei numeri, sono 18 milioni 473 mila 922 gli elettori per le Regionali. Vanno al voto anche 958 Comuni, di cui 15 capoluoghi di provincia e tra questi tre capoluoghi di Regione (Trento, Venezia, Aosta). Ci sono anche le suppletive per il Senato a Sassari e a Villafranca Verona.

Ballottaggio

Vanno al ballottaggio i Comuni con più di 15 mila abitanti. Per le Regionali il turno è secco: i candidati presidenti si giocano il tutto per tutto domenica e lunedì, vincono o perdono. Ma in Toscana le regole sono diverse. Qui se né Eugenio Giani per il centrosinistra né la leghista Susanna Ceccardi per il centrodestra raggiungeranno il 40% più uno, sarà necessario il ballottaggio, che si terrà il 4 e 5 ottobre. Le leggi regionali prevedono comunque un premio di maggioranza, che dipenderà dal risultato ottenuto dal più votato e varia da regione a regione. Per restare alla Toscana, una sfida decisiva, il governatore che supererà il 45% avrà 24 seggi su 40 per la sua coalizione o 23 se oltre il 40%.

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