Coronavirus in Spagna, il (quasi) lockdown di Madrid: restrizioni e controlli per 850 mila

I negazionisti

A Saragozza, ad esempio, la polizia ha scoperto un bar «negazionista» dove, in piena notte, con la saracinesca abbassata, decine di persone bevevano appiccicate le une alle altre. Il secondo obbiettivo, è riuscirci senza dare un altro choc all’economia, chiudendo fabbriche, uffici, scuole, bar e ristoranti. Per due giorni, la presidente della Comunità di Madrid, Isabel Diaz Ayuso, ha limato l’ordinanza: niente stato di emergenza, ma solo un «confinamento selettivo» che garantisse assieme libertà costituzionali e salute.

Scontro politico

A complicare tutto il fatto che la Ayuso è di centrodestra (Partido Popular), mentre il governo nazionale è di centrosinistra (Psoe e Podemos). Tra i partiti è scattato lo scaricabarile sui divieti e poi sui ritardi. L’asso nella manica della presidente è un nuovo test rapido: 4,5 euro e risultato in 15 minuti. Il governo nazionale non l’ha ancora approvato, ma la Comunità di Madrid ne ha ordinati già più di un milione. «Abbiamo tutti pensato che il peggio fosse passato», ha detto il “prefetto” di Madrid, José Manuel Franco. «Inutile ora cercare i colpevoli, meglio lavorare con umiltà». I contagi peggiorano soprattutto nel Nord del Paese. Indice di diffusione sopra 1 in Castiglia, Aragona, Navarra, Cantabria, Asturia. Quasi cento scuole della Galizia hanno dovuto chiudere, decine in altre Regioni.

CORRIERE.IT

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