Covid, la lista nera Ue: Italia a basso rischio. Scoppia il caso Francia, 16mila contagi
Già, la popolazione. Su questo ieri è scivolato il premier britannico Boris Johnson che mercoledì si era lanciato in una spericolata difesa d’ufficio sull’aumento dell’epidemia nel Regno Unito. “C’è un’importante differenza – aveva argomentato – fra il nostro Paese e molti altri nel mondo poiché il nostro è un Paese che ama da sempre la libertà”. Un’uscita fuori dalle righe alla quale ha risposto puntualmente il presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “Anche noi italiani amiamo la libertà ma abbiamo a cuore anche la serietà”. Già.
Quello che si chiedono gli epidemiologi è se la seconda ondata sia da noi solo rinviata. “In Italia abbiamo lavorato bene ed è ora di finirla di criticare gli italiani – osserva Matteo Bassetti, direttore della clinica di malattie infettive del San Martino di Genova –, cerchiamo di riconoscere i loro meriti: la nostra capacità di reagire è stata diversa. Quello che vediamo in Francia e Spagna è frutto di misure meno severe delle nostre. E se ora i francesi ci copiano, lo fanno male”. Certo, spiega il clinico, troveremo nuovi focolai, “magari sarà necessario localmente inasprire le misure di distanziamento e l’imponderabile è dietro l’angolo, ma non credo a una seconda ondata anche lontanamente paragonabile alla prima. Concorda anche l’infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano, Massimo Galli. “Nonostante l’aumento dei casi delle ultime settimane, non c’è da aspettarsi una seconda grande ondata”,
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