I commercianti sul Pos “Niente spese sotto 25 euro e occhio agli altri costi”
di ROSARIA AMATO
ROMA – Per Confesercenti è «una bella notizia», per Confcommercio «un’iniziativa apprezzabile»: il pressing che il governo sta facendo sulle banche per ottenere il taglio delle commissioni sulle “microspese”, per una cifra compresa tra i 5 e i 25 euro, viene guardato con grande favore dagli operatori commerciali, stremati prima dal lockdown, e poi dalla crisi dei consumi, che stentano a decollare anche per l’incertezza legata alla fase economica. L’iniziativa, nelle intenzioni dell’esecutivo, dovrebbe favorire l’aumento dei pagamenti elettronici, affiancando il “cashback”, il rimborso di 300 euro previsto per chi sceglie i pagamenti digitali. Ma perché il taglio delle commissioni renda i commercianti maggiormente disponibili ad accettare i pagamenti via Pos anche per cifre modeste occorre considerare nel complesso le condizioni contrattuali, afferma Ernesto Ghidinelli, responsabile credito di Confcommercio: «È auspicabile intanto che si arrivi davvero a 25 euro, e poi che si tratti di una riduzione effettiva, e non mascherata da incrementi di altri costi. Alcuni anni fa le commissioni vennero azzerate per i benzinai per i pagamenti fino a 100 euro, ma furono incrementati tutti i costi accessori di gestione del Pos».
Analogo timore da parte di Confesercenti: «Il timore è che dopo, non dovendo pagare le commissioni, le banche trasferiscano a nostro carico costi di servizio impropri, e che quello che non si paga dalla porta rientri dalla finestra», conferma Mauro Bussoni, segretario generale dell’organizzazione. Anche tagliare le commissioni bancarie, però, potrebbe non essere sufficiente per favorire i pagamenti elettronici anche per i piccoli importi.
Pages: 1 2