Trump spiana la strada a Amy, la magistrata cattolica e conservatrice
dal nostro corrispondente FEDERICO RAMPINI
“Libertà religiosa. Sicurezza. Legge e ordine”. Sono questi i terreni sui quali la Corte suprema sarà chiamata a misurarsi, sono queste le sfide che attendono la nuova giudice costituzionale – se confermata dal Senato. Donald Trump è stato chiaro nel calibrare il messaggio. L’annuncio del nome era ormai scontato: Amy Coney Barrett, 48 anni, madre di sette figli, cattolica molto conservatrice. Una magistrata dalle credenziali impeccabili ma anche con un orientamento etico e politico perfetto per piacere alla componente religiosa che è il pilastro dell’elettorato repubblicano: la parte più compatta e disciplinata alle urne. Trump in cinque sostantivi ha mandato a quella parte degli elettori il messaggio di mobilitazione in vista del voto. Lui è a un passo dal realizzare la sua terza nomina di un giudice costituzionale, e li ha sempre scelti con questo profilo. I cattolici conservatori, gli evangelici, i cristiani rinati che sono l’ala integralista del protestantesimo, perdonano il “grande peccatore” per la sua vita privata, il suo linguaggio, i suoi eccessi, perché non li ha mai traditi sulle scelte che per loro contano di più.
Conta molto nella coreografia dell’evento il ruolo della famiglia. Prima Trump ha voluto ricordare che la Barrett è una madre esemplare, devota e dedicata ai figli. Poi ha sottolineato che di quei sette figli due sono adottivi e originari di Haiti, il più giovane è un figlio biologico con sindrome Down. Lei stessa, nel prendere la parola, è tornata a descrivere i suoi figli. Messaggi ben visibili. Famiglia multietnica: i repubblicani non sono razzisti. Il figlio Down: tutti sanno quel dettaglio della biografia di Amy, lei fu informata della diagnosi pre-natale e si rifiutò di prendere in considerazione un’interruzione di gravidanza. Il figlio minore, ha precisato, “è il preferito da tutti i fratelli e sorelle”.
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