Manager pubblici: chi guadagna più di Tridico

Scarsi i risultati raggiunti fino a oggi: il più volte annunciato sistema informatico per mettere in contatto domanda e offerta di lavoro per i percettori del reddito di cittadinanza non è mai arrivato. Sono arrivate invece note spese importanti: oltre 70 mila euro solo per i viaggi negli Stati Uniti, dove Parisi ha famiglia. Per la verità il presidente Anpal non è soddisfatto del suo stipendio. «Con Di Maio erano questi i patti — ha dichiarato in un’intervista sul Corriere a Fabrizio Roncone —. Gli dissi: amico mio, lascio la cattedra di una università prestigiosa e non posso rimetterci. Me li date 240mila euro? Mi rispose che non c’erano problemi. Invece poi lo stipendio è stato molto più basso. Però okay dai, non fa niente».
Per finire il caso Rai. Qui l’amministratore delegato Fabrizio Salini ha un compenso di 240 mila euro lordi l’anno. Anche alla Rai vengono applicate le norme sul tetto alla retribuzione dei manager pubblici.

Le regole dal 2014

Dal primo maggio 2014 la retribuzione massima per i dirigenti pubblici è di 240.000 euro lordi l’anno. La retribuzione media delle nostre figure apicali è scesa così da 339.000 a 212.000 euro lordi con un risparmio stimato di 30 milioni l’anno. La stessa norma è stata estesa alle società partecipate, ad esclusione di quelle quotate (come Eni, Enel, Enav, Leonardo, Poste Italiane) e quelle che emettono bond come le Ferrovie. Claudio Descalzi, presidente è ceo dell’Eni, per esempio, nel 2018 ha ricevuto 6,456 milioni di euro. I rapporti Ocse sulle retribuzioni dei dirigenti della Pa ci collocano tra i Paesi con i compensi medi più alti. Ma in realtà spesso a guadagnare tanto in proporzione ai colleghi europei non sono i vertici delle aziende pubbliche ma i manager delle seconde file.

CORRIERE.IT

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