Covid, le Regioni riattivano reparti e ospedali dedicati: «Pronti 11 mila posti di terapia intensiva»
È scattata la «fase 6» negli ospedali, come la definisce in una circolare la Regione Lazio. Riaprono reparti e Covid hospital, chiusi nel periodo estivo grazie allo stato di quiete dell’epidemia. Ma mai dismessi. Secondo il ministero della Salute le terapie intensive arriveranno progressivamente ad una disponibilità di 11 mila posti letto, il 115% in più rispetto alla pre emergenza. Il 30% di quelli nuovi sono già in funzione dal 1° settembre. Lo scenario attuale del Lazio «si inserisce in un sistema sociale aperto — è scritto nel documento — e in un’attività assistenziale ordinaria tornata ai livelli precedenti, specie a Roma dove gli accessi al Pronto soccorso e i ricoveri hanno superato il 92% del valore storico». Le Regioni sono sul chi va là, si stanno organizzando per affrontare il peggio. In tutto il Paese rientrano in funzione i centri Covid, temporaneamente chiusi o riutilizzati in via provvisoria per i pazienti con le patologie classiche. Da Nord a Sud si ripristinano i vecchi schemi di emergenza stavolta però con un potenziale di uomini e mezzi ben superiore rispetto alla fase 1-2.
Lombardia e Piemonte: rianimazioni potenziate
Attenzione alta in Lombardia, la più scottata. I numeri al momento vengono considerati gestibili: 31 i pazienti in rianimazione, la maggior parte dei quali con la polmonite, 306 in reparti a bassa e media intensità di cura. Ma i contagi sono in lenta risalita e ancora non si sa quale sarà l’impatto della riapertura delle scuole. Durante l’estate i casi gravi sono stati raccolti nelle terapie intensive di 5 ospedali, ora sono 7 quelli che accolgono pazienti contagiati, altri due sono stati allertati. In totale sono 17 i centri di riferimento per la rianimazione e a tutti è stato chiesto di tenersi pronti. «Abbiamo chiesto alle aziende ospedaliere di indicare i reparti Covid immediatamente disponibili entro il 1° ottobre e stiamo per partire con una nuova struttura che a novembre avrà 80 letti», dice Carlo Picco, commissario Asl Torino. Il Piemonte si prepara «senza affanno» anche se i posti per malati con Sars-CoV-2 sono quasi saturi.
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