Arriva la cassa integrazione universale
Ma sia per la cassa integrazione universale che per il bonus strutturale per gli autonomi bisogna fare i conti con i soldi a disposizione. E qui interviene un altro tema, anch’esso politico ed economico allo stesso tempo, perché su alcune voci di spesa lo Stato registrerà a fine anno dei risparmi. È il caso, ad esempio, di quota 100. Cosa si farà con questi soldi? Dove andranno a finire? Il tema è aperto e il cantiere della cassa integrazione universale conta di viaggiare comunque in autonomia rispetto all’esito della partita della redistribuzione dei risparmi. Anche perché non è detto che una cassa universale significhi necessariamente un esborso maggiore o addirittura monstre per le casse dello Stato. Il tema è un altro e cioè tarare una previsione di copertura, di capire cioè quanto può essere l’appeal potenziale nei confronti di questa nuova misura. Lo stesso andamento della cassa integrazione sta registrando un andamento ancora ondivago. Perché le ore di cassa autorizzate dall’Inps nei primi otto mesi di quest’anno sono oltre tre miliardi, di cui 2,8 miliardi legate all’emergenza sanitaria. Un aumento del 988% rispetto all’intero 2019. Ma quelle poi utilizzate dalle aziende nei primi sei mesi sono state solo il 42,2 per cento. E ad agosto le ore autorizzate dall’Inps sono scese del 39,1% rispetto a luglio. Certo sono microtendenze, ma che rompono l’equazione cassa integrazione per tutti e quindi maggior costo. In altre parole: la cassa universale riguarderà tutti, ma non è detto che tutti la utilizzino.
Il disegno del Governo prevede poi di portare la gestione affidata oggi ai Fondi bilaterali piuttosto che al Fondo artigiani sotto un’unica gestione. Questo per evitare asincronie nel processo di erogazione della cassa. La maggior parte delle domande di cassa integrazione che non sono arrivate ancora compimento, infatti, attiene al Fondo artigiani, dove le procedure sono complesse.
In questo intreccio di economia e politica c’è anche un altro tassello che si punta a inserire nella riforma della cassa integrazione: togliere alla Regioni il ruolo che hanno nel complesso meccanismo della cassa integrazione in deroga. Covid ha fatto esplodere questo vulnus e la mancanza di fluidità tra il canale delle Regioni e quello dell’Inps. Migliaia di domande sono arrivate con ritardi anche di settimane al cervellone dell’Istituto di previdenza. E questo intoppo ha rallentato tutto il meccanismo. L’idea del Governo è portare la cassa integrazione sotto l’egida del ministero del Lavoro e dell’Inps. Un sistema centralizzato che apre a un altro tema politico, quello del ruolo delle Regioni. E al ruolo del ministero che è guidato da una ministra con la casacca 5 stelle. Ecco allora che la cassa integrazione universale potrebbe riproporre le stesse dinamiche che hanno interessato il reddito di cittadinanza. Dinamiche e nuovi equilibri dentro la maggioranza giallorossa.
L’HUFFPOST
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