Accordo sulla manovra. Le tasse scenderanno di almeno dieci miliardi
Questa espansione fiscale, peraltro, serve anche per rafforzare il rimbalzo della crescita dal 5,1% a politiche invariate al 6%.
Sul fisco le posizioni della maggioranza restano distanti e l’ipotesi tedesca dell’aliquota continua (calcolata da un algoritmo per ogni contribuente, superando così i 5 scaglioni fissi) piace sì a Pd e Leu, però trova freddi i pentastellati e contrari i renziani. Gualtieri continua a caldeggiare per questa modello ma dovrà fare i conti con Italia viva.
È Luigi Marattin, presidente della commissione Finanze di Montecitorio e responsabile economico di Iv, a ricordare la posizione del suo partito: «Abbiamo detto in tutti i modi che non siamo d’accordo sul sistema tedesco. Vorremmo fare questa discussione nelle riunioni e nei seminari con numeri e idee, ma se proprio si insiste a volerla fare sui giornali, ribadiamo il no». Non è un mistero che Luigi Di Maio e Matteo Renzi preferiscano una riduzione degli scaglioni e magari un accorpamento di quelli centrali del 38% e del 41% per favorire il ceto medio.
Tra le coperture torna la razionalizzazione delle tax expenditures e sul tavolo del governo è spuntato un tetto alle detrazioni per i redditi sopra i 55 mila euro.
LA STAMPA
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