Decreti sicurezza, i dubbi dei 5S. L’aut aut di Zingaretti: agire subito
alberto mattioli
DALL’INVIATO A VOGHERA. Nicola Zingaretti sbuca davanti al bar Liberty di Voghera per comiziare a sostegno di Nicola Affronti, candidato del centrosinistra (molto più centro che sinistra, è dell’Udc) a sindaco della città, che domenica affronta un difficile ballottaggio. Ma il tema del giorno sono i decreti sicurezza del governo Conte I griffati Matteo Salvini, «che in realtà con la sicurezza c’entrano niente», chiosa Zingaretti, e che il Conte II vorrebbe e, stando agli accordi programmatici, dovrebbe cambiare in profondità. Per tutto il giorno, però, fonti del Pd fanno sapere che l’intesa traballa perché il M5s frena, specie sulla reintroduzione della protezione umanitaria. Divisi su tutto, i grillini lo sarebbero anche sul fatto di dare finalmente via libera a una riscrittura “pesante” dei decreti salviniani: «Siamo per recepire le osservazioni del Capo dello Stato», dicono, insomma modifiche poche e mirate. E per il Pd questo è «inaccettabile».
Poi però filtrano retroscena uguali e contrari, stavolta dal Movimento. Assicurano che in realtà Di Maio non bloccherà il dossier, che quindi potrebbe approdare già al Consiglio dei ministri convocato per domenica sera. Conferma, segretario? «Questo non lo so, non sono un ministro», dice Zingaretti, che però si mostra molto fiducioso, anzi quasi certo di portare a casa il risultato: «Sono convinto che la modifica dei decreti Salvini, anzi dei decreti paura, avverrà nei prossimi giorni o nelle prossime ore. È un insieme di provvedimenti che penso sia maturo per essere approvato. Ne abbiamo discusso per mesi, la ministra Lamorgese ha detto da settimane che l’accordo è pronto, trovo naturale che lo si faccia».
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