Cosa comporta la proroga dello stato di emergenza per il Covid, in Italia
di Fiorenza Sarzanini
Il governo chiederà la proroga dello stato di emergenza per il Covid-19 fino al 31 gennaio. A ufficializzarlo, dopo le prime indiscrezioni di ieri, è stato il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Attualmente, lo stato di emergenza è previsto fino al 15 ottobre. Una eventuale proroga — la cui approvazione è stata chiesta anche dal Comitato tecnico scientifico dopo aver considerato l’andamento del contagio in Italia e nei Paesi vicini, dalla Francia alla Spagna alla Gran Bretagna — farebbe giungere lo stato di emergenza a un anno esatto dalla prima messa in campo della misura in seguito alla pandemia. «Dobbiamo resistere col coltello tra i denti in questi 7-8 mesi difficili che ci attendono, ma mentre resistiamo dobbiamo anche guardare al futuro», ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza.Ora la richiesta andrà in Parlamento.
Che cosa comporta lo stato d’emergenza?
I dpcm
L’attuale situazione, che il governo chiede di prorogare, consente di agire in deroga su numerosi aspetti della vita pubblica grazie
all’emanazione di Dpcm (i decreti della presidenza del Consiglio dei
ministri) e ordinanze del ministro per la Salute. I decreti del
presidente del Consiglio, i Dpcm, non possono essere emanati se non in
stato di emergenza.
Lo smart working
Lo stato d’emergenza consente, sia ai dipendenti pubblici sia a quelli
privati, di ricorrere allo smart working. Quando si tornerà alla
situazione ordinaria, le norme che lo regolano dovranno essere riviste.
La scelta di far lavorare i dipendenti da casa si è resa obbligatoria
nel momento di massima criticità della pandemia per limitare i contatti
tra le persone, garantire il distanziamento sociale e limitare i
contagi da Covid-19. Questa strategia era stata ribadita anche nella
relazione finale della commissione Colao e dai protocolli dell’Inail per
la sicurezza.
Il ruolo delle Regioni
In
stato d’emergenza, le Regioni possono continuare a firmare ordinanze,
ma devono consegnare le linee guida al governo: è dunque in funzione la
«cabina di regia» alla quale partecipano i governatori proprio per
seguire una linea comunque, sia pur differenziata a seconda
dell’andamento della curva epidemiologica nelle diverse aree.
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