Coronavirus, sanità e ricerca: alcune lezioni che ricorderemo della pandemia
Abbiamo finalmente capito che in un mondo globalizzato quello che accade oggi in Cina domani occorre in Italia, così come il mondo è uno solo, pensare ognuno per sé non ha senso. In questo l’Europa si è distinta per la totale assenza di una politica sanitaria comunitaria, la mancanza di una strategia unica si è sentita e continua a rappresentare un limite molto importante della nostra Unione Europea. In questo frangente anche l’Organizzazione mondiale della Sanità ha mostrato molte carenze e limiti nella capacità di governo internazionale dell’emergenza che dovrebbero far ripensare al suo ruolo. Nel nostro Paese ritorna poi di attualità il tema della riforma del titolo V della Costituzione, con competenze centrali e regionali che spesso si contrappongono e confliggono.
L’igiene e medicina preventiva e la medicina del lavoro, specialità che in passato sono state una gloria italiana, vanno oggi attualizzate e sostenute per garantire nel prossimo futuro piani e interventi epidemiologici efficaci e moderni. Una lezione importante per l’Italia riguarda il Ssn, comprensivo delle strutture pubbliche e private accreditate, il cui valore è stato evidente in questo frangente come non mai, ma che necessita di tutti quegli investimenti che sono mancati in questi ultimi decenni, e le cui ricadute sono fondamentali per l’equilibrio economico di tutto il Paese.
Abbiamo finalmente capito il valore straordinario del patrimonio professionale e umano rappresentato dai nostri medici e infermieri, mai valorizzato a sufficienza. L’organizzazione dei nostri ospedali ha dimostrato una flessibilità impensabile fino a ieri che deve far riflettere sulle architetture e forme organizzative da dare domani ai nostri nosocomi. Il territorio è stato il grande assente in questa pandemia, una criticità che deve essere affrontata insieme al grande e mai risolto tema del rapporto tra Ssn e medici di famiglia e della loro formazione. Altra questione emersa con forza è il ruolo dei rapporti tra i media e medici e ricercatori: l’importanza di una comunicazione scientifica trasparente è un fattore fondamentale e determinante per un attivo coinvolgimento dei cittadini, solo grazie a questa è possibile ottenere l’adesione a comportamenti e restrizioni altrimenti impensabili.
Abbiamo anche capito come le interazioni tra uomo e ambiente siano enormi e modificabili, l’involontario esperimento del lockdown con i delfini che sono tornati a visitare il porto di Cagliari e la laguna di Venezia ripopolata dalla fauna marina sono immagini che non dovremmo dimenticare. Molti altri argomenti potrebbero essere affrontati: dal mutato rapporto degli studenti con l’insegnamento, e non si tratta solo di parlare di didattica a distanza, a una società che nello spazio di pochi mesi si vede rivoluzionata nei propri modelli organizzativi, sconvolgendo interi settori produttivi. Avremmo molto volentieri fatto a meno della pandemia che ha segnato la storia del XXI secolo ma dovendo necessariamente fare i conti con l’ineluttabile è bene pensare a come ha cambiato e cambierà le nostre vite e i nostri modelli sociali e economici compresi quelli sanitari.
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