Tutti gli uomini del cardinale Angelo Becciu per controllare gli affari del Vaticano
di Massimiliano Coccia
Sono passati dieci giorni dalle dimissioni del Cardinale Angelo Becciu, giorni in cui l’ex porporato ha cercato di sminuire e classificare i contenuti della nostra inchiesta come “complotto”, “campagna denigratoria” o semplici affari di famiglia . Ma quello che agli occhi di Becciu appare come un affare privato è invece un affare di Stato, dello Stato più piccolo del mondo ma che coinvolge una rete internazionale senza eguali. L’affare dell’acquisto del palazzo di Londra situato in Sloane Avenue è solamente l’ultimo investimento, finito male, che ha determinato una cesura del meccanismo, messo in atto con l’assenso di Becciu. Quello che aveva come scopo ultimo – secondo le accuse – il drenare risorse per ingrossare i conti correnti dei famigliari e gestire il potere vaticano, sia nella gestione delle casse della Segreteria di Stato, sia nella possibilità di influenzare il prossimo conclave. È questa la leva che ha mosso la dura reazione di papa Francesco. Proteggere la sua idea di Chiesa povera e vissuta come ospedale da campo. La Chiesa meno di apparenza e più di sostanza che Francesco sta riformando e che passa inevitabilmente per le resistenze di una parte delle gerarchie curiali.
Fino a che non è incappato in qualcosa di più grande, il cosiddetto “metodo Becciu” teneva con disinvoltura, grazie ad una rete di lobbisti ed informatori che aveva in Enrico Crasso, gestore della cassa della Segreteria di Stato, il suo comandante in capo, e grazie ai tanti soldi che permettevano una gestione agile dei rapporti. Ma la macchina si inceppa a Londra, mèta scelta per investimenti consistenti dopo che l’affare del petrolio angolano voluto da Becciu col suo vecchio conoscente, l’uomo d’affari Antonio Mosquito, attira le attenzioni della magistratura portoghese, che indaga da anni sul flusso di denaro che lui e Isabel Dos Santos, figlia dell’ex presidente angolano, investono nel paese lusitano.
Ecco perché il cardinale Becciu si è dimesso. Soldi dei poveri al fratello e offshore: le carte dello scandalo. E il Papa chiede pulizia
Dopo la notizia dei fondi dell’Obolo di San Pietro usati per l’acquisto di un palazzo a Londra per 160 milioni, l’inchiesta sale di livello e punta su Angelo Becciu che avrebbe dirottato denaro delle elemosine verso fondi speculativi e favori alla famiglia. Ora Francesco ordina chiarezza e punizioni per i responsabili
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