Gregoretti, via al processo contro Salvini. Ma il pm: archiviare, non ci fu sequestro di persona
«Processateci tutti» e «Stop invasione». Era iniziata così, con due striscioni dei sostenitori leghisti davanti al Palazzo di giustizia, la giornata a Catania. Dall’altra parte della barricata, con alcuni momenti di tensione, c’è un gruppo di manifestanti anti Carroccio. Salvini, accusato di sequestro di persona per il caso della nave Gregoretti, costretta dall’allora ministro dell’Interno a rimanere al largo con a bordo 131 migranti, tra il 27 e il 31 luglio del 2019, per poi attraccare al porto di Augusta, nel siracusano, solo una volta ottenuta l’autorizzazione.
Oggi, a porte chiuse a Catania, è iniziata l’udienza preliminare, al termine della quale il Gup Nunzio Sarpietro deciderà o meno se rinviare a giudizio il leader della Lega, nel frattempo passato dal timone del Viminale a quello dell’opposizione. «Grazie a tutti coloro che sono venuti anche da molto lontano per dimostrarmi la loro vicinanza — è il messaggio di Salvini prima di arrivare in Tribunale con il suo avvocato, la senatrice leghista Giulia Bongiorno —. E grazie a tutti coloro che me l’hanno dimostrata anche da casa. È per me motivo di orgoglio, onore, forza. Avanti a testa alta, con fiducia, certo di aver sempre agito per la difesa della patria e la sicurezza degli italiani». In aula è presente anche l’avvocato Massimo Ferrante che rappresenta quattro delle parti lesi individuate nel procedimento: una coppia di nigeriani e i loro due figli di 10 e 6 anni, che sono fatti sbarcare dopo meno di 24 ore dalla nave della Guardia costiera. (Qui i casi analoghi alla Gregoretti sempre con Salvini protagonista)
Stamattina, in segno di solidarietà e sostegno politico, sono arrivati al fianco di Salvini anche Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, e Antonio Tajani, vicepresidente di Forza Italia. «Insieme, a Catania, al fianco di Matteo Salvini — commenta Meloni, che ha organizzato anche un flash mob di protesta davanti al Tribunale —: non comprendo come alcune forze politiche non si rendano conto della mostruosità che sta avvenendo oggi: se nel sistema politico italiano un ministro non può più fare quello che la stragrande maggioranza dei cittadini gli ha chiesto, difendendo le leggi e i confini della nazione, gli cittadini per cosa dovrebbero votare?». Sulla stessa linea l’alleato Tajani: «Qui a Catania per una giustizia giusta e non politicizzata, per difendere il diritto della politica di prendere decisioni».
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