Nuovo Dpcm, chiusura alle 23 dei locali e coprifuoco: le nuove regole

Chiusure alle 23

Un lockdown generale al momento è escluso. Sono invece possibili, se i contagi dovessero salire ancora, nuove limitazioni alla libertà personale in zone circoscritte del Paese, per spegnere nuovi focolai. Tra le misure alle studio c’è quella di anticipare la chiusura dei locali, alle 22 o alle 23. Una sorta di «coprifuoco» per scongiurare che la movida favorisca la trasmissione del virus, come è accaduto nei mesi estivi. Ma sugli orari non c’è ancora una decisione ufficiale. L’altro tema che di certo i ministri affronteranno è quello delle feste private, che secondo gli esperti del Comitato tecnico scientifico vanno regolamentate e limitate nei numeri.
Gli ingressi nei negozi saranno sempre contingentati a seconda degli spazi, i ristoranti dovranno rispettare il distanziamento e le discoteche resteranno chiuse.

Viaggi e trasporti

Sarà aggiornata la lista dei Paesi a rischio. La Grecia, che ha visto un importante calo dei contagi, uscirà dall’elenco, mentre Francia e Spagna, che hanno numeri impressionanti, di certo vi resteranno. La linea della «massima prudenza» seguita dal Comitato tecnico scientifico e dal ministro Roberto Speranza porterà il governo ad aumentare il livello di precauzione, fino all’arrivo del vaccino. Saranno prorogate le misure di sicurezza su aerei, treni e navi. La capienza dei trasporti pubblici locali resta fissata all’80 per cento dei posti.

Stadi e spettacoli

Un passaggio delicato riguarda la limitazione del pubblico all’aperto e al coperto. I presidenti delle Regioni, con le loro ordinanze, hanno allentato i limiti imposti dall’ultimo decreto e il governo è determinato ad assestare una stretta, che riguarderà spettacoli, sport e non solo. All’aperto non sarà possibile riunire più di mille persone alla volta, rigorosamente distanziate: una misura che riguarda le manifestazioni di piazza, ma anche lo sport. Il governo sul calcio non cambia idea, il limite per gli stadi resta a 1.000 spettatori. Al chiuso (cinema, teatri, sale da concerto) sarà tassativamente vietato superare il limite di 200 persone e questa misura riguarda anche le iniziative private, come i matrimoni. La riduzione dei posti nelle sale preoccupa gli addetti ai lavori. L’Agis ha scritto a Conte e al ministro Franceschini, chiedendo che non si metta «in ginocchio un settore già gravemente colpito dalla pandemia».

CORRIERE.IT

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