Coronavirus, morto lo stilista Kenzo: aveva 81 anni
Abiti di maglia e tessuti stampati e disegni energizzanti e ironici. In un mix&match fra questo e quel mondo, più vicino allo street che alla couture. Forme in divenire, sempre. Piuttosto coulisse nascoste a creare silhouette all’occorrenza. Sono gli anni Settanta e Ottanta e le copertine delle più importanti riviste di moda lo seguono. Arriveranno i profumi e molte altre licenze. Lui, comunque schivo e riservato come quasi tutti gli stilisti giapponesi, continua, malgrado il successo a coltivare la sua curiosità. E disegna abiti per il teatro, per il cinema. Dopo il suo ritiro si occupa delle sue meravigliose case e comincia ad occuparsi di interni, arredamento, portando il suo mondo, come Takada, anche lì. Kenzo resterà fra i brand di punta del gruppo Lvmh prima con l’italiano Antonio Marras, poi con il duo Humberto Leon e Carol Lim e ora con Felipe Oliveira Baptista. Lo stilista giapponese, come tanti dopo il ritiro, raramente si è seduto in prima fila alle sfilate dei suoi successori. Ma tutti hanno voluto incontrarlo per respirare un po’ della sua inesauribile energia e gentilezza percepite anche semplicemente dal suo sempre incredibile sorriso.
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