Covid, Galli: «Chiudere bar e ristoranti alle 23 sarebbe un segnale forte e utile»

E la scuola?
«Al momento il numero delle infezioni è limitato, si riscontrano focolai nelle scuole superiori, ma riferibili alle attività dei ragazzi in attività extra-scolastiche».

Che fare con i giovani?
«Questo è un bel tema. Occorre coinvolgere i giovani e renderli “protagonisti” di questa battaglia contro il Covid e consapevoli. Non deve essere in alcun modo favorito un atteggiamento trasgressivo. I giovani devono essere protagonisti di una cultura della responsabilità per uscire da questa palude. Lo abbiamo fatto con successo, negli anni passati, contro l’Hiv, il virus dell’Aids».

E il calcio dopo il caso dell’incontro Iuventus-Napoli che non si è disputato?
«Le discussioni, su questo tema, viaggiano sulla lama di un rasoio. Certe regole del calcio non si adattano alla situazione attuale e vanno ripensate».

Ma ritorniamo a lei, come medico e come persona. Come si protegge e quanti tamponi ha fatto?
«Ho già eseguito tre tamponi, tutti negativi. E quando devo entrare in reparto vesto quelle “tute da palombaro” un po’ faticose. Per evitare contagi».

Ma i tamponi sono affidabili? Di solito danno una «fotografia» della situazione nel momento in cui vengono effettuati, ma non forniscono un’idea precisa di quello che potrebbe essere successo nei giorni precedenti.
«È così. E mi ha stupito la situazione dei calciatori del Genoa risultati positivi. Troppi. Si può pensare allora o a un errore di laboratorio nell’esecuzione dei test o a un super diffusore nel team del Genoa che ha propagato il virus».

E la «nomination» all’Ambrogino d’oro, l’onorificenza del Comune di Milano, come ha riferito il «Corriere»?
«Non lo sapevo, mi ha informato lei. Già questo mi basta. Sono “milanesissimo” da parte di padre e ne sono orgoglioso. La nomination mi fa piacere. Comunque».

CORRIERE.IT

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