Becciu, il Gran Maestro difende la dama amica del cardinale
di NINA FABRIZIO
Papa Benedetto XV, quello della condanna alla guerra “inutile strage”, teneva ignaro in casa una spia antitaliana al servizio degli Imperi Centrali, Austria e Germania. In tempi molto più recenti, la ’Papessa’ Francesca Chaouqui, ex consulente in Vaticano nel 2013, riuscì, in combutta con il marito informatico, a rifilare oltre le mura leonine la vendita, per centinaia di migliaia di euro, di un presunto sofisticatissimo software che altro non era che il Cloud della Apple. Che dire, allora di fronte alla nuova Mata Hari che avrebbe raggirato addirittura la Segreteria di Stato di papa Francesco?
Cecilia Marogna, managing director della LogSic D.o.o. basata in Slovenia e con tre dipendenti, formalmente società operante nell’assistenza sociale, è riuscita a ottenere dal primo dicastero del Vaticano, grazie ai suoi buoni uffici con il cardinale dimissionato Angelo Becciu, consulenze onerose per “mediazioni” riguardo “a rapimenti di missionari e religiosi, sicurezza delle nunziature nel mondo” e più in generale attività di “intelligence” a beneficio della Santa Sede.
Tutto secondo quanto dichiarato dalla stessa Marogna dopo che con l’inchiesta della magistratura vaticana avviata per fare luce sulle “opache” operazioni finanziarie per l’acquisizione di un immobile di lusso a Londra, è venuto fuori che la stessa Segreteria le avrebbe versato 500mila euro per le sue attività. E a difenderla è entrato in campo ieri sera anche il Gran Maestro del Grande Oriente Democratico, Gioele Magaldi, che serafico afferma: “Cecilia? La conosco, è rigorosa, onesta, non avrebbe mai fatto affari loschi”. Marogna ha precisato lei stessa ieri alla stampa di aver ricevuto dal Vaticano 500mila euro “in 4 anni e incluso il mio compenso, i viaggi, le consulenze, tutto quello che ho dovuto gestire”. I soldi sono arrivati a tranche a Lubiana. Categorica sulle illazioni: “Non sono l’amante” dell’ex cardinale.
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