Irpef e detrazioni, ecco cosa cambia. L’assegno unico solo a metà 2021
di CLAUDIA MARIN
Il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, insiste nel promettere un orizzonte triennale per avviare la riforma fiscale (“sentiremo tutti e poi decideremo in autonomia”). Ma le ipotesi di riassetto sono già in cantiere (almeno 12 varianti) e, come si vede anche dalle nostre simulazioni, la principale variabile che può fare la differenza non è solo o tanto nel cambio di aliquote e scaglioni, ma nel ventilato taglio delle detrazioni per le spese sanitarie e per altre spese detraibili fino a oggi. Se dovesse passare la soluzione della sforbiciata orizzontale con un tetto al 2%, chi sta sopra i 55mila euro perderebbe solo per questa voce circa 1.100 euro, mentre chi sta sui 100mila euro ne lascerebbe sul terreno 2mila.
La partita in corso nella maggioranza riguarda, però, innanzitutto il cuore del riassetto tributario: la revisione di aliquote e scaglioni. Da un lato ci sono il Pd e Leu, e con lo stesso ministro Gualtieri non sfavorevole, che guardano con favore al modello tedesco: l’idea è quella di un’aliquota personalizzata e continua, calcolata per ciascun contribuente da un algoritmo, senza scaglioni e scaloni. A ognuno la sua tassazione personalizzata. L’effetto sarebbe quello di ottenere una progressività senza salti in avanti, come accade oggi. Il risultato pratico sarebbe quello di favorire i redditi tra 15 e 20mila euro, con un risparmio di 2 punti di tassazione, e quelli fino a 40mila euro, con un vantaggio di 3 punti. Per chi guadagna di più, invece, ci sarebbe un aggravio crescente, reso più rilevante dal contestuale taglio di detrazioni e deduzioni per le spese sanitarie e di altra natura.
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