Irpef e detrazioni, ecco cosa cambia. L’assegno unico solo a metà 2021
Contro questa soluzione c’è tutta Italia Viva, più una larga fetta dei grillini. Da qui l’ipotesi alternativa di operare su aliquote e scaglioni, riducendo l’aliquota Irpef del 38% al 34 e aumentando quella del 43 al 45%. L’effetto sarebbe quello di alleggerire il carico che grava sui redditi tra 28mila e 55mila euro (oggi al 38%). L’incremento di quella del 43%, invece, graverebbe sui redditi sopra i 75mila euro. Le conseguenze più rilevanti, però, si avrebbero da livelli più elevati di 100mila euro lordi annui con quest’ultima variazione.
Tra le altre ipotesi, l’assegno universale per i figli fino a 18 anni potrebbe diventare operativo nei primi mesi del 2021 (al massimo metà del prossimo anno), ma dovrebbe essere finanziato già con la prossima manovra.
A fare la differenza sull’effetto delle nuove aliquote, comunque, sarebbe principalmente il meccanismo delle detrazioni. Con il tetto al 2% dai 55mila euro lordi, il rischio è di vanificare il taglio delle tasse sopra questa soglia. Chi guadagna 55mila euro lordi potrebbe detrarre fino a un massimo di 1.100 euro. Chi ha un reddito di 100mila euro potrebbe arrivare a 2mila euro. Una radicale revisione che peserebbe soprattutto sui ceti medio-alti sui quali già grava il peso maggiore delle tasse. I contribuenti con guadagni oltre i 40mila euro lordi rappresentano solo il 12% del totale, ma da soli coprono la metà dell’Irpef.
QN.NET
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