Luigi de Magistris: “I numeri di De Luca sono buoni per il Lotto”

Torniamo ai numeri dell’Unità di crisi. Lei ha fiducia nella struttura, nella sua operatività e, aggiungo, nella sua trasparenza?

Si danno i numeri, che paiono a lotto. Freddi, non analizzati. Una volta ho messo dei giovani lavoratori molto bravi ad analizzarli, con dati incrociati, e fui io a segnalare all’Unità di crisi persone che venivano date, allo stesso tempo, per decedute, in terapia intensiva e in isolamento domiciliare.

Sindaco, quello che dice è, al tempo stesso, molto impegnativo ed allarmante.

Sono consapevole di quel dico. E sto dicendo che la situazione è fuori controllo, sfuggita di mano. Sarebbe comprensibile a febbraio, all’inizio, quando un po’ tutti erano impreparati, ora è inammissibile. Oggi la regola è che si sta creando un autogoverno della pandemia: il contagiato avvisa e gli si dice “statti accorto”, e se è coscienzioso resta a casa. E non sto accusando i funzionari, parlo di responsabilità politiche.

Aspetti, continuiamo sui numeri. Anche sulle terapie intensive vengono dati numeri a lotto?

Numeri che inquietano. Siamo partiti a febbraio con 334 posti di terapie intensive per tutte le patologie per sei milioni e mezzo di persone, adesso siamo poco oltre 500, quando secondo i parametri nazionali ne servirebbero il triplo e siamo in piena pandemia. Aggiungo: col denaro pubblico che non manca, poteri straordinari alla regione, siamo la regione che fa meno tamponi.

Ha visto il pezzo di Piazza Pulita? Ore di attesa per un tampone, code al Pronto soccorso, mancanza di percorsi separati tra contagiati e non?

Non mi ha stupito. Anche a me hanno mandato immagini di assembramenti di gente che va a fare il tampone che, se il Covid non ce lo avevi, te lo prendervi.

Lei ci conferma che dei tre Covid Hospital è funzionante solo quello di Napoli, ma non quelli di Caserta e Salerno? Perché sa che la versione ufficiale è discordante.

Confermo, da testimonianze oculari. Fino a ieri sera così, a meno che non hanno aperto nella notte. Ricorda la grancassa mediatica a Ponticelli? La verità è che si è  costruita una campagna politica di consenso sul fatto che De Luca sembrava il salvatore della patria. E questo indigna. Ha costruito il consenso sulla paura e sul Covid e ora che esce la verità invece di dare i dati, si rimette a fare lo sceriffo.

Oggi De Luca ha detto: “Con mille contagi, sarà lockdown”. Lei è favorevole a un lockdown?

Si sta avviando a confessare. Se arriviamo a quello è la prova che tutta la narrazione sulla magia politica evapora. Il lockdown è come Pulcinella che toglie la maschera al potere e lo costringe a dire la verità.

Non mi ha risposto.

Non puoi essere d’accordo. Al limite si può dire che è necessario se l’alternativa è contare i morti. Ma in questo momento questo annuncio è sbagliato. Quello giusto sarebbe stato dire “per evitare un nuovo lockdown abbiamo messo in campo questo, quest’altro e quest’altro ancora”. E invece per salvarsi lui, ci chiude in casa e sarà un disastro economico. 

Va bene, De Luca ha le sue responsabilità. Ma lei come sindaco cosa fa? Un sindaco è pur sempre il responsabile sanitario sul suo territorio comunale. Ad esempio, le ordinanze le fa rispettare? A occhio non sembra.

Quello spetta alle forze di polizia. E i controlli ci sono eccome, li vedo girare, più di così non puoi militarizzare. Noi, ad esempio, abbiamo preso iniziative concrete sulla movida. La chiusura alle 23 non serve a niente, perché la gente si assembra prima. Abbiamo disposto di rendere pedonali le aree della movida e di gli orari serali, ma la gente che vuole stare insieme si dovrà diffondere nei vari luoghi della città. Lo suggerirei a tutti se mi coinvolgessero.

Sì, oltre la movida, mi pare che Napoli che sia il cuore del problema. Come tiene monitorate le zone dove le condizioni sanitarie sono strutturalmente peggiori? I vicoli stretti della Sanità, i bassi, le periferie di Scampia? C’è un tessuto urbano che si presta al contagio.

La gente finora è stata responsabile. Non c’è un tema di questo tipo, anche nei rioni popolari, il problema è che la casa in sé è luogo di contagio. Ma la gente è responsabile, si sta comportando bene.

Senta sindaco. Lei una volta andò all’evento dei no vax. Col Covid, lo rifarebbe?

Io come sempre sono una che dà voce a tutti, diedi la possibilità di fare un dibattito in una sede pubblica andai ad ascoltare. Ad ascoltare lo rifarei. 

L’HUFFPOST

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