Nuovo Dpcm: le regole per le feste in casa, lo smart working e il nodo della scuola

di Monica Guerzoni e Fiorenza Sarzanini

Nuovo Dpcm: le regole per le feste in casa, lo smart working e il nodo della scuola

Non più un divieto, ma una «forte raccomandazione». L’idea di oltrepassare la metaforica soglia delle case degli italiani e di imporre il divieto di organizzare feste o assembramenti anche dentro le mura domestiche, alla fine non è passata. Dopo uno scontro anche aspro sull’opportunità e la costituzionalità di simili misure, la linea prudente di Giuseppe Conte ha prevalso sui rigoristi del governo, da Roberto Speranza a Dario Franceschini. Ed è stato lo stesso premier, durante la cabina di regia nella Sala Verde di Palazzo Chigi, a illustrare il risultato della sua faticosa mediazione ai governatori collegati in video conferenza, presenti i ministri Roberto Speranza e Francesco Boccia.

«Sono vietate le feste in tutti i luoghi al chiuso e all’aperto», recita il Dpcm. E nelle case da oggi in avanti le feste saranno contingentate: «Quanto alle abitazioni private, è comunque fortemente raccomandato di evitare feste e di ricevere persone non conviventi in numero superiore a 6». Ma non c’è un divieto e dunque non sono previsti controlli. Lo stesso vale per la mascherina. «Non riteniamo di introdurre una norma vincolante», ha spiegato Conte, ma all’articolo 1 del decreto «è fortemente raccomandato l’uso dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie anche all’interno delle abitazioni private in presenza di persone non conviventi».

L’alt del Quirinale

Il cambio di rotta sulle feste private è maturato per la contrarietà del premier e di diversi ministri e anche per gli «avvisi» che, dal Quirinale, sono arrivati al governo. Dalle stanze e dagli uffici del Colle più alto è stato fatto notare che nel decreto del 7 ottobre, che fa da cornice giuridica al Dpcm di Conte, si parla di nuove regole per i luoghi pubblici, ma non si fa cenno ai luoghi privati. Quindi la proposta del ministro della Salute di «vietare tutte le feste» perché il 75% dei contagi avviene tra familiari e amici, se scritta nel Dpcm sarebbe stata in contrasto con la norma primaria.

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