“Malati e soli, il calvario della mia famiglia”

di TOMMASO STRAMBI

“La malattia porta sempre solitudine, questa ancora di più perché ti obbliga alla quarantena. Ma quello che è capitato a me è paradossale. Per fare il tracciamento dei miei contatti ho dovuto fare un post su Facebook. E pensare che avevo scaricato sin da subito Immuni, ma l’operatore dell’Asl mi ha risposto che non sapeva cosa farne”.

Ferruccio Sansa, un passato da penna ruvida del Fatto Quotidiano e un presente da consigliere regionale della Liguria dopo aver provato a sfilare la poltrona di governatore al collega Giovanni Toti, nell’unica alleanza Pd-Movimento 5 Stelle alle ultime elezioni amministrative, benché abbia avuto un tampone negativo (oggi ne farà un altro) ha avuto tutti i sintomi del Covid: febbre alta, mal di gola e perdita completa dell’olfatto. E con lui quattro dei cinque componenti della sua famiglia (la moglie e due dei tre figli). Lo raggiungiamo al telefono mentre è in quarantena nella sua casa di Genova.

Pronto Sansa, come sta?

“Oggi, facendo i debiti scongiuri, meglio. La febbre è andata via, resta la spossatezza e la perdita dell’olfatto”.

Com’è nato tutto?

“Mio figlio più grande, di 15 anni, ha avuto la febbre per dodici ore. Pochissimo, però essendo iper prudenti gli abbiamo fatto fare subito il tampone. Ed è risultato positivo”.

E cos’è successo?

“Ci siamo trovati soli. Telefonavamo per sapere che fare, ma all’Asl non ci rispondeva nessuno. Solo il medico di famiglia a cui la Regione ha scaricato tutta questa emergenza. Medici lasciati soli con tutti i pazienti da seguire. Ma non voglio fare polemica”.

Però da ex candidato governatore le sue parole suonano proprio come una polemica?

“Assolutamente, voglio solo suonare la sveglia per far capire quello che sta succedendo. Nessuno fa il tracciamento”.

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