Coronavirus, primi vaccini in arrivo. Ma la coperta è corta

di GIOVANNI ROSSI

Tre milioni di dosi vaccinali anti-Covid saranno in Italia entro fine anno. Concordano in tanti sulla previsione, e in mezzo ai quotidiani ’strappi’ dei contagi almeno questo è un buon segno. “Non siamo all’ultimo miglio, ma quasi – dichiara il ministro degli Esteri Luigi Di Maio –. Entro fine anno avremo le prime dosi di vaccino e dall’inizio dell’anno prossimo inizieremo le vaccinazioni”. L’ipotesi è “verosimile”, conferma Ranieri Guerra, vicepresidente Oms. Anche Guerra si riferisce al vaccino Oxford, concepito con il concorso dell’italiana Irbm, e ora nel pieno della terza fase di sperimentazione sotto le insegne del colosso AstraZeneca.

Sui 182 ’candidati vaccini’ nei laboratori di tutto il mondo, solo una quarantina di quelli prodotti secondo gli standard occidentali – Russia e Cina si muovono con modalità distinte – sono oggi alla fase 3. Quello di AstraZeneca, che l’Italia ha prenotato attraverso la ’centrale acquisti’ Ue, è più avanti di tutti. “Se non ci saranno problemi è ragionevolmente credibile che entro fine 2020 arriveranno nel Paese circa 3 milioni di dosi”, pronostica Piero Di Lorenzo, presidente dell’Irbm di Pomezia. “Incrociando le dita – continua Di Lorenzo – da qui a un mese la sperimentazione sarà finita”. A quel punto servirà solo l’ok dell’Ema, che dal primo ottobre grazie alla cosiddetta ’rolling review’ riceve via via i dati. Così l’autorità regolatoria potrà esprimere il suo verdetto in “settimane”.

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