Covid, ecco perché Milano oggi è il cuore dell’epidemia: 300 mila imprese e la movida under 40

Non può essere sottovalutato il ruolo dei trasporti pubblici dove, come dimostrano le foto degli ultimi giorni, l’effetto sardine è ben visibile. Sia il sindaco Beppe Sala sia l’Atm che gestisce i mezzi assicurano che l’80% di capienza consentita dalle norme in vigore è ben lontana. Il problema principale sono gli orari di punta con la coincidenza degli ingressi a scuola e delle entrate in ufficio. Un potenziamento delle corse è considerato impossibile e una riduzione al 60% dei passeggeri porterebbe a lasciare fuori dai tornelli in attesa 140 mila passeggeri al giorno. Che fare?

Conseguenze. A Milano al momento sono ricoverati per il virus 350 pazienti, più altri 30 circa in Terapia intensiva. Nulla rispetto agli scorsi marzo e aprile. Solo l’8% dei positivi finisce oggi in ospedale. Ma i medici al fronte parlano di situazione già di sofferenza, a iniziare dai Pronto soccorso. Sta iniziando a essere complicato ricoverare i casi Covid senza ridurre l’attività ospedaliera ordinaria. Questo vale sia per i reparti di degenza sia per le rianimazioni. Durante il lockdown venivano garantite, e a fatica, solo le urgenze: tutto il resto rimandato. Sono rimasti da recuperare almeno 250 mila visite ed esami medici e una quantità indefinita di interventi chirurgici. Con l’aumento dei contagi sono destinati ad aumentare anche i casi più gravi, dove metterli? L’ipotesi su Milano è prepararsi a utilizzare nel giro di un paio di settimane l’ospedale in Fiera (con quale personale resta da capire). Fino a 15 giorni fa su mille trasporti con l’ambulanza solo 68 sono per problemi respiratori, negli ultimi giorni sono già 167. Nel frattempo, e nonostante gli sforzi, i settemila tamponi al giorno non stanno più bastando, ma aumentarli è più facile a dirsi che a farsi. Negli scorsi mesi erano duemila. Il sistema di tracciamento dei contatti a rischio sta andando in crisi. Le ripercussioni sanitarie ed economiche di quel che potrebbe succedere in una metropoli da tre milioni di abitanti potrebbero investire l’intero Paese.

CORRIERE.IT

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