Inchiesta Lombardia film commission, sequestro di ville ai contabili leghisti: «Comprate con i soldi del peculato»
Il ginepraio di operazioni e società di copertura messo in piedi per comperare due villette sul Lago di Garda con i soldi della Lombardia film commission fa sospettare alla Procura di Milano che anche i famosi 49 milioni della Lega siano spariti grazie alle ardite architetture finanziarie allestite dai tre commercialisti vicini al partito arrestati per peculato. Ieri le due abitazioni sono state sequestrate a Desenzano sul Garda perché acquistate con denaro «provento di reato». I pm Stefano Civardi ed Eugenio Fusco, che indagano sul caso Lfc e sui fondi elettorali della Lega, sono rimasti impressionati dalla densa cortina fumogena stesa da Alberto Di Rubba e dal collega Andrea Manzoni (il primo è revisore dei conti del Carroccio al Senato, il secondo alla Camera) per dissimulare, sostiene l’accusa, il percorso dei soldi con un’architettura in cui ha un ruolo anche Michele Scillieri, terzo professionista leghista ai domiciliari. Gli stessi artifici, ipotizzano, potrebbero aver fatto volatilizzare anche i fondi del partito.
Vortice di pagamenti
L’acquisto del capannone di Cormano da parte di Lfc per 800 mila euro, saldato il 5 dicembre 2017, ha il solo scopo di creare uno «schermo giuridico» per coprire il passaggio di gran parte dei soldi pubblici nelle tasche dei tre professionisti, scrive il gip Giulio Fanales disponendo il sequestro delle villette come profitto del reato. «Ogni movimento di denaro, ancorché ancorato ad un’apparente prestazione commerciale o professionale» non ha una «ragione economica fondante», aggiunge. Il 21 dicembre 2017, la srl Taaac, che fa capo a Di Rubba e Manzoni ed era stata «costituita soltanto in vista dell’operazione commerciale», versa 310 mila euro per la proprietà a Desenzano sul Garda (Brescia) della villetta «Bouganville»; altri 330 mila euro verranno usati il 30 febbraio 2018 per acquistare la villetta «Tigli
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