Roma, Carlo Calenda studia da sindaco. Un tweet per rivelare le sue letture. Poi attacca Giletti: “Nemmeno in Bielorussia”

Divisi praticamente su tutto hanno in comune la voglia di bruciare i tempi, giocando d’anticipo sulle titubanze di chi dovrebbe appoggiarli, con un occhio al Campidoglio e l’altro a quel che accade intorno a Palazzo Chigi. La tenuta della maggioranza, l’asse Pd-Cinquestelle, non è un mistero, passa per Roma.

E se Raggi, posizionatasi come antagonista del Pd è di ostacolo, il lavoro degli sherpa è trovare una soluzione per costringerla a un passo indietro in nome dell’alleanza. Pur cauti sui nomi da spendere, dopo aver incassato una raffica di no, dalle parti del Pd si è compatti nel ritenere la riproposizione della sua esperienza come impraticabile. E intanto Calenda studia. Studia e polemizza. Con il centrodestra. E’ del primo pomeriggio un tweet feroce e frontale contro l’ipotetico (al momento avversario) Massimo Giletti: “Sta giocando con la candidatura a sindaco e usando il suo ruolo di giornalista per promuoverla prima di annunciarla – scrive –  Una roba che neanche in Bielorussia verrebbe tollerata”. Una stroncatura probabilmente finalizzata a smuovere le acque dall’altra parte, dove il candidato non candidato Giletti continua a il suo balletto di non conferma-non smentita. “Non parlo da candidato, ma provo angoscia a vedere Roma ridotta così – dice il conduttore – Credo sia giusto che chi fa parte di una città, di una comunità voglia impegnarsi. Quando deciderò, lo dirò. Ma ho bisogno di pensarci duemila volte”.

Chissà se è stato proprio Matteo Salvini a chiedergli di correre per il Campidoglio. “Me l’ha chiesto sua santità – scherza lui mentre s’infila nell’auto blu che lo porta via dopo aver moderato un dibattito alle officine farneto- per migliorare Roma c’è bisogno di un santo…”.

Giiletti ricorda i trascorsi da “operaio” nell’azienda tessile del papà: “gli operai non sono altro da noi – spiega alla platea di imprenditori – ma quanti imprenditori si sono tolti la vita in questi anni? gli imprenditori devono sedersi ai tavoli, ai tavoli deve sedersi chi produce lavoro. Questi miliardi europei arriveranno davvero?”.

Sul palco del congresso Anpit Giletti ha spiegato “quando sento conte dire ‘se va male non ci voterete piu, mi preoccupo molto. Se va male, va male per tutti. Abbiamo parlato tanto di banchi a rotelle e non di sanità, non siamo neanche riusciti a scaglionare gli ingressi nelle scuole. Se continuiamo a parlare di progetti sui monopattini invece di fare cose serie e strutturali, qui andiamo a casa tutti, finiremo come l’Argentina”.

“Quando mi dicono ‘fai il sindaco di Roma’…Ma io nemmeno di Ladispoli, perchè andrei lì con un ruspa, tirerei giù tutto, perchè qui c’è da tirare giù tutto. Voi siete molto bravi a mediare io non ce la farei, vi  invidio. Avete visto in che stato è ridotta Roma? erba da tutte le parti. Ci vuole poco a fare meglio”.

REP.IT

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