Covid e nuovo Dpcm: sulla chiusura delle palestre il Cts si spacca tra rigoristi e tolleranti
di Fiorenza Sarzanini
La discussione sull’opportunità di chiudere palestre e piscine è andata avanti per oltre tre ore e alla fine il Comitato tecnico scientifico si è diviso. Per la prima volta dall’inizio della pandemia, il verbale consegnato al governo dà conto delle diverse posizioni degli esperti. L’argomento era importante, ma non cruciale per la gestione dell’epidemia. E per questo la spaccatura appare il sintomo di un problema più serio: la divisione tra chi vuole massimo rigore e chi ritiene che non sia ancora il momento di fermare le attività. Come sta accadendo all’interno del governo.
Tutto comincia alle 17 di domenica, quando il Cts riceve da palazzo Chigi il quesito sull’opportunità di chiudere palestre e piscine, argomento di cui si discute da giorni senza un accordo. Al ministro dello Sport Vincenzo Spadafora, che si oppone e trova l’appoggio dei colleghi degli Affari regionali Francesco Boccia e dell’Agricoltura Teresa Bellanova, si contrappongono quello della Salute Roberto Speranza e dei Beni culturali Dario Franceschini decisi alla serrata. In mezzo il premier Giuseppe Conte, ormai lontano dalla linea dura.
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