Covid e nuovo Dpcm: sulla chiusura delle palestre il Cts si spacca tra rigoristi e tolleranti
Il primo a parlare è Achille Iachino, uno dei direttori generali della Salute: sollecita la chiusura. C’è un giro di interventi, si analizzano i dati, poi interviene il capo di gabinetto di Speranza Goffredo Zaccardi, spiega di partecipare «a titolo personale» ma sollecita il Cts a esprimersi affinché le attività sportive siano fermate. Una posizione che trova l’appoggio dei vertici degli organismi della Salute: i presidenti dell’Istituto superiore di Sanità Silvio Brusaferro e del Consiglio Superiore Franco Locatelli, e il direttore scientifico dello Spallanzani Giuseppe Ippolito.
Sull’altro fronte ci sono i tecnici: il coordinatore Agostino Miozzo, Fabio Ciciliano che compila i verbali e li trasmette al governo, ma anche alcuni medici come il professor Ranieri Guerra, il primario di Anestesia del Gemelli Massimo Antonelli, l’ispettore della Sanità Militare Nicola Sebastiani. I toni si alzano, la sfida è aperta. «Se chiudiamo le palestre, come facciamo a lasciare aperte le sale Bingo?», chiede Ciciliano. «Dobbiamo togliere le cose non necessarie», replica Ippolito. Si allinea sulla strada della fermezza Sergio Iavicoli, direttore del dipartimento Medicina dell’Inail. Miozzo evidenzia invece come sia stato proprio il Cts a validare i protocolli di sicurezza, sollecita maggiori controlli.
Alle 19, 30 si capisce che sarà impossibile trovare una posizione univoca e si decide di consegnare al governo l’esatto resoconto di quanto accaduto. Il parere finale «ribadisce l’importanza dell’attività fisica come determinante di salute» che però «va tutelata in un giusto equilibrio con le politiche di contrasto e controllo della pandemia». Evidenzia i rischi «dell’attività fisica aerobica svolta in ambiente chiuso senza l’utilizzo della mascherina» così come la valutazione relativa alla situazione di spogliatoi e docce. Alla fine «suggerisce una temporanea sospensione delle attività di uso di piscine e palestre nel principio di massima cautela raccomandando un adeguamento alle linee guida».
Conte sposa la tesi di chi voleva tenere aperto e concede una settimana per riscrivere i protocolli, sposando la linea di chi voleva tenere aperto. La prossima riunione del Cts deve essere fissata. Sono in molti a credere che la spaccatura non sia affatto sanata.
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