Il virus li rende nervosi
di Massimo Gramellini
All’inizio mi fidavo dei politici, perché ne sapevano sicuramente più di me. Poi mi sono fidato degli scienziati, perché almeno sbagliavano da professionisti. Adesso non mi fido più di nessuno. Ascolto tutti, e più ascolto e meno capisco. Ma non è colpa loro. Sono io che vorrei qualcosa che non mi possono dare: certezze. Con un certo sgomento ho metabolizzato la scoperta che nessuno sa esattamente che cosa sia successo e a che cosa si vada incontro. Qualcuno dice che la seconda ondata sarà peggiore della prima, qualcun altro che sarà migliore, ma in realtà tirano a indovinare, maneggiando i dati al solo fine di avvalorare un punto di vista. Come in tutte le dispute basate sull’opinabile, nello scontro tra integralisti del lockdown e cauti aperturisti l’emotività prende il posto della logica e sbocca nell’intolleranza, trasformandosi in una guerra di religione con un insopportabile risvolto moralista, per cui se non la pensi come me ti considero responsabile delle conseguenze: l’aumento dei contagi e dei morti in un caso, delle aziende fallite e dei disoccupati nell’altro.
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