S&P conferma il rating sull’Italia e migliora l’outlook da “negativo” a “stabile”



Nella nota di S&P si legge che la pandemia Covid-19 “ha colpito duramente l’economia italiana; secondo le nostre proiezioni, il Pil non tornerà ai livelli del 2019 fino al 2023”, scrive S&P. La previsione, in linea con i numeri della Nadef, è che il Pil cada del 9% quest’anno e risalga del 6,4% il prossimo, al netto delle seconda ondata Covid di questi giorni che rappresenta un rischio al ribasso. In risposta, il governo ha introdotto misure fiscali straordinarie per il 2020 del 6,1% del PIL e ha elaborato un bilancio a favore della crescita per il 2021, con un obiettivo di disavanzo nominale del 7% del PIL, comprensivo di ulteriori stimoli.

Se queste mosse sono in accordo con le indicazioni degli organismi internazionali (da ultimo il Fmi ha invitato a non ritirare gli stimoli), le difese erette a livello europeo mettono al riparo anche un grande debito pubblico come quello italiano, atteso a sfiorare il 160% del Pil quest’anno. Ricorda infatti S&P che “a livello sovranazionale, la Bce ha ampliato la dimensione e la durata dei suoi programmi di acquisto di attività, garantendo costi di rifinanziamento del debito storicamente bassi, mentre l’Ue ha lanciato un Recovery and Resilience Fund, che si propone di fornire all’Italia fino al 12,5% del PIL in sovvenzioni e prestiti, condizionati a riforme a favore della crescita. “A nostro avviso, nonostante le incertezze macroeconomiche, queste misure offrono alle autorità italiane l’opportunità di rilanciare la crescita economica e di invertire il deterioramento dei risultati di bilancio. Stiamo quindi rivedendo le nostre prospettive per stabilizzarle da negative e affermando i nostri rating “BBB/A-2″ sull’Italia”

REP.IT

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