Mezza Italia “a rischio alto”
Dal 12 al 18 ottobre (i dati sono aggiornati al 20 ottobre) si è registrato un forte incremento dei casi che porta l’incidenza cumulativa negli ultimi 14 giorni a 146,18 per 100.000 abitanti contro i 75 per 100.000 abitanti nel periodo compreso tra il 28 settembre e l’11 ottobre. Nello stesso periodo, il numero di casi sintomatici è passato da 15.189 a 27.114.
Aumentano i focolai attivi, complessivamente 7.625, di cui 1.286 nuovi, e l’indice di trasmissione Rt nazionale si attesta su 1.5 nel suo valore medio. Soffre il sistema sanitario: il carico di lavoro – si legge nel report – non è più sostenibile sui servizi sanitari territoriali e si rileva “l’impossibilità di tracciare in modo completo le catene di trasmissione” e l’aumento in proporzione dei casi evidenziati per sintomi (che superano per la prima volta questa settimana quello dei casi identificati tramite contact tracing). Si stima che da 9 a 23mila casi sono rimasti fuori dalle catene di trasmissione. Questa settimana, soltanto uno su quattro dei casi è stato rilevato attraverso attività di tracciamento di contatti, mentre il 31,7% è stato rilevato attraverso la comparsa dei sintomi. “Segnalati 23.018 casi non associati a catene di trasmissione note (contro 9.291 la settimana scorsa) che corrisponde al 43,5% del totale di casi notificati questa settimana”, puntualizza il documento di Iss e Ministero della Salute. Scende anche la percentuale dei casi rilevati attraverso attività di screening (25,8% vs 31.1% della settimana precedente). Nel 16,9% dei casi non è stato riportato l’accertamento diagnostico.
“È fondamentale che la popolazione riduca tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo quando non siano strettamente necessarie e di rimanere a casa quanto più possibile”, si precisa nel report, ricordando “che è obbligatorio adottare comportamenti individuali rigorosi e rispettare le misure igienico-sanitarie predisposte relative a distanziamento e uso corretto delle mascherine”. Infine una raccomandazione e un invito. La prima è per “rispettare le misure raccomandate dalle autorità sanitarie”: isolamento e quarantena, quest’ultima anche “dei contatti stretti dei casi accertati”. Il secondo è rivolto alle Regioni perché effettuino “una rapida analisi del rischio, anche a livello sub-regionale” e considerino un tempestivo innalzamento delle misure di mitigazione (ad esempio restrizioni agli spostamenti e ad attività non necessarie, ndr): nelle aree maggiormente affette in base al livello di rischio”. Rischio “alto” in mezza Italia.
L’HUFFPOST
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