Covid e scuola, nuovo Dpcm: battaglia sulla chiusura delle superiori: Dad al 75 per cento. Le Regioni dicono no
La trattativa
Ieri mattina nelle prime riunioni di governo e di maggioranza non c’è stato nulla da fare: i sacrifici sono richiesti a tutti i settori e anche alla scuola, è stato il ragionamento del ministro Roberto Speranza che ha illustrato il provvedimento. Addirittura le Regioni hanno chiesto di intervenire su elementari e medie, ma alla fine — poiché anche il premier Conte aveva promesso di non toccarle — l’idea è stata per ora accantonata. Azzolina ha provato a mostrare dati che vedono sostanzialmente stabili i focolai nelle scuole (3,8 due settimane fa e 3,5 la scorsa). Non è soltanto la questione dei trasporti insufficienti e affollati a preoccupare governo e governatori: mentre le Asl faticano a fare tamponi e tracciamenti in tempi ragionevoli per non bloccare le scuole, si moltiplicano le richieste da parte dei medici di introdurre l’obbligo della mascherina — il Cts aveva ammesso la deroga quando gli studenti sono seduti — per gli alunni più piccoli.
Salvo il concorso straordinario
Se per gli studenti non c’è stato niente da fare, Azzolina ha ottenuto di poter continuare il concorso straordinario per i docenti cominciato giovedì: sono invece sospese tutte le altre procedure e le abilitazioni alle professioni a meno che non siano su base curriculare o telematica. Per quanto riguarda le università, seguiranno le regole imposte alle scuole: obbligo di lezioni a distanza per il 75 per cento del tempo, anche se c’è chi pensa già di portare tutto online.
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