Nuovo Dpcm Covid, addio pazienza. I risarcimenti tutti e subito
L’emergenza Coronavirus, insomma, non è stata e non è uguale per tutti: i dipendenti pubblici hanno visto arrivare, comunque sia, lo stipendio pieno a fine mese, insieme con massicce dosi di smart working vero o virtuale; i lavoratori privati, al contrario, hanno dovuto fare i conti con i tagli retributivi e la cassa integrazione, arrivata per lo più in ritardo di mesi. I giovani con contratti a termine (saltati alla scadenza) o a partita Iva (senza più commesse) sono scesi rapidamente, dopo qualche sussidio, a zero euro, dovendosi affidare al welfare di nonni e genitori.
E’ il lavoro autonomo, imprenditoriale e professionale, che, però, a conti fatti, ha pagato e paga di nuovo il prezzo più elevato del drastico tracollo del Pil e delle chiusure delle attività. A fronte di cadute verticali di entrate e fatturati, commercianti, artigiani, ristoratori, baristi hanno potuto contare su aiuti limitati, per non dire, marginali, mentre bollette e affitti, onorari, tasse e contributi hanno continuato a allungare la lista dei debiti.
Dunque, la misura, oggi, è colma. E non c’è più spazio per mediazioni, sotterfugi, ritardi e rinvii, cavilli burocratici e decreti attuativi: Giuseppe Conte e Roberto Gualtieri devono solo premere il pulsante del bonifico.
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