Renzi non molla la presa sul governo: “Meglio chiudere tutto che mezze misure”

di ANTONELLA COPPARI

“Meglio un lockdown totale di queste misure a metà”. Il tono è paradossale, ma lo scetticismo verso l’ultimo dpcm del governo è reale: Matteo Renzi incassa la convocazione del vertice con i capigruppo di maggioranza, però non le manda a dire né al premier né a chi, come Zingaretti, l’accusa di tenere i piedi in due staffe: stare al governo, e comportarsi da opposizione.

Senatore, è stanco di essere parte integrante della maggioranza? Vuole la crisi?

“Stare al Governo significa pensare ai cittadini, non obbedire ai ministri. Chiudere i ristoranti alle 18 non diminuisce i contagiati: aumenta i disoccupati. E il problema non sono i teatri ma le metropolitane. Il dramma non sono le palestre ma l’organizzazione dei tamponi. Non esiste nessuna crisi politica, ma esiste una grande crisi economica. E questo decreto non risolve il problema dei contagi”.

Davvero pensava che Conte, dopo aver messo la faccia sul dpcm, ci avrebbe ripensato?

“Il premier è lui. Fossi in lui, però, cercherei di spiegare perché si fanno certe scelte. Perché i ristoranti a pranzo sono sicuri e a cena diventano pericolosi? Il Covid non è un virus ad ore. Qual è la base scientifica della decisione? Questo decreto non blocca i contagi ma aumenta i danni. Provocatoriamente un lockdown totale si spiegherebbe meglio di un lockdown a metà deciso senza alcuna base scientifica”.

Il premier e gli alleati vi rinfacciano però di muovere critiche cosi dure dopo aver accettato sabato notte il decreto.

“ll premier sapeva che non eravamo d’accordo. Teresa Bellanova lo ha detto in tutte le sedi: non vogliamo chiudere i luoghi di cultura e non vogliamo chiudere i ristoranti alle 18 perché non serve ad abbassare i contagi. Ho il dovere di ribadirlo perché vedo la disperazione delle persone. Non siamo yesman: stiamo in maggioranza ma abbiamo il dovere di dire la verità”.

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