Covid, piste piene in Val Senales. Altro che paura dei contagi

Arrivano i carabinieri del Nas. Ispezionano tutto, fuori e dentro, nell’albergo più alto d’Europa. In un angolo Monica Baiguini, 63 anni, neurochirurgo di Verona, osserva ogni cosa, pronta a intervenire in caso d’emergenza. Anche lei, da medico, è una fan dello sport. L’Italia a forza di divieti sta cadendo in depressione? “Chi aveva già problemi psichiatrici, in questo momento ha avuto peggioramenti gravi – documenta –. Lo verifico continuamente. Direi così: le regole servono ma è indispensabile lasciare alle persone un po’ di libertà”.

E dove altro, se non sulle nevi di questi ghiacciai, si potevano trovare gli allenatori della Nazionale di sci maschile. Si preparano alla prossima tappa della Coppa del mondo, appuntamento il 14 novembre in Austria. Roberto Lorenzi, 44 anni, di Trento: “Poter essere qui per noi è prima di tutto un’opportunità di lavoro, poi ci consente di continuare a fare sport. Vale per chi lo pratica ad alto livello ma anche per tutti gli altri. Se si rispettano i protocolli, le cose funzionano bene”.

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