Ferrara, mafia nigeriana: trentuno arresti in Emilia-Romagna e Piemonte. Capo un dj afro-beat
Le reazioni
«Congratulazioni alla polizia, al questore di Ferrara Capocasa, alla Squadra Mobile, al Servizio centrale operativo della Direzione centrale anticrimine e agli inquirenti per l’importante operazione messa a segno, anche nella nostra città, contro la mafia nigeriana. Grazie a ciascuno dei 200 uomini e donne che hanno collaborato per arrivare al risultato. Da anni segnaliamo il problema della mafia nigeriana ma il sistema politico del Pd, a cui faceva capo la precedente Amministrazione, ha sempre negato, arrivando addirittura ad attaccarci perché abbiamo lanciato l’allarme per tempo. Ora contiamo in espulsioni a raffica: chi ha operato in questo tipo di organizzazioni ed è dedito al crimine non deve tornare nella nostra città». Così il sindaco di Ferrara Alan Fabbri commenta l’operazione che ha portato a decine di provvedimenti restrittivi tra Torino e Ferrara. «La notizia dell’operazione di queste ore è la risposta migliore a chi, come il Pd ferrarese, negava l’esistenza della mafia nigeriana a Ferrara, derubricando il problema a una questione di “percezione di insicurezza” – dice il vicesindaco e assessore alla sicurezza Nicola Lodi – Pericolo scampato: al governo della città avremmo potuto continuare ad avere una forza politica, come il Pd ferrarese, che per anni ha negato il problema».
«Una complessa, articolata attività investigativa che ha consentito di disarticolare una associazione, per la prima volta riconosciuta come di tipo mafioso in provincia di Ferrara, facente parte del più ampio sodalizio radicato in Nigeria e diffuso in diversi stati europei, tra cui l’Italia, con una sostanziale suddivisione del territorio in province, tra le quali primeggiava indubbiamente Ferrara». Così il questore di Ferrara Cesare Capocasa ha commentato l’operazione `Signal´ che ha portato a 31 misure di custodia cautelare in carcere. «Controllo fisso-dinamico del territorio, azione espulsiva attraverso rimpatri e accompagnamenti ai Cpr di soggetti considerati destabilizzanti, Polizia Amministrativa e di Sicurezza finalizzata alla chiusura dei locali di riferimento di spacciatori e persone pericolose per l’ordine e la sicurezza pubblica, attività repressiva con investigazioni di alto profilo finalizzate ad individuare e reprimere associazioni a delinquere finalizzate allo spaccio e ad altri reati – ha spiegato il questore -: queste le strategie vincenti per migliorare la qualità della convivenza civile e garantire il vivere ordinato della Comunità». (ANSA). ROM-YWV
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