Carlo Calenda: “Serve un governo d’unità nazionale. Draghi sarebbe il premier ideale”
Conte l’altro giorno ha sfidato i critici a fare proposte alternative.
“Voglio ricordare che a maggio, proprio con Ricciardi, abbiamo fatto un progetto dettagliato, regione per regione, per gestire la seconda ondata che abbiamo portato al ministro della salute, Speranza, spiegando, su tutti i parametri della rete di protezione pubblica (dalla capacità di fare tamponi fino alle mascherine), cosa si sarebbe dovuto fare. Bene: oggi è stato fatto più o meno la metà di quello che serviva”.
E le misure del decreto ristori? Sono sufficienti o no secondo lei?
“Non sono adeguate. Le misure a fondo perduto sono sbagliate. Tempo fa io dissi al ministro dell’Economia, Gualtieri, di restituire i 20 miliardi di euro di anticipo Ires e Irap pagati a novembre a tutte le imprese che hanno perso più del 10% del fatturato. In questo modo gli dai indietro quello che hanno pagato. E’ un provvedimento rapido, immediato e potente invece di queste misure fatte male e implementate peggio. Siamo sempre lì: serve gente che conosca l’economia reale”.
Torna all’unità nazionale.
“Sì. Non si può andare avanti così. I partiti dovrebbero farsene una ragione e proporre un governo di persone che hanno amministrato bene nel privato o nel pubblico, grandi regioni o grandi comuni”.
Un governo Draghi, per dirla con il leghista Giorgetti.
“Condivido. Poi Draghi è l’ideale, non so se sia disponibile. Ma da questo tunnel l’Italia può uscire solo così”.
In questo modo non aumenta i suoi fan tra i democratici: si metta nei loro panni, pensa che sosterranno la sua candidatura al comune di Roma?
“Con loro governiamo in Emilia-Romagna. Quando le cose funzionano sono il primo a sostenerle. Vale anche per Roma e per il Paese”.
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