“La benzina della rivolta? Gli errori del governo”

Cosa sta oggi in cima alle preoccupazioni degli italiani: il Covid galoppante, l’indeterminatezza del futuro, il vaccino lontano, oppure altro?

“Tutte queste componenti non sono più separabili. Per la maggior parte di noi comuni cittadini, lo stato d’animo prevalente è l’angoscia per l’impossibilità di pianificare alcunché: né a breve né a medio né a lungo termine”.

Il gradimento del governo sta velocemente calando. Cosa dovrebbe fare Conte?

“Conte non può più invertire la rotta. Può solo spaventarci al punto da convincerci, come qualche commentatore sta già facendo al posto suo, che nella tempesta non si può cambiare il capitano della nave, e che è lui l’unica ancora di salvezza. A sostegno di Conte resta solo la ‘sindrome di Stoccolma’, ovvero la speranza che le sue vittime si aggrappino al carnefice”.

Il premier carnefice? Argomenti l’accusa.

“Se sei uno studioso indipendente, ti è difficile non vedere che i ritardi e le omissioni del governo ci sono costati migliaia di morti non necessari, e una caduta del Pil sensibilmente superiore a quella inevitabile. Un premier serio direbbe: scusate, abbiamo sbagliato quasi tutto, prometto che non ripeterò gli errori, ma adesso datemi una mano. Non avendo ricevuto alcuna scusa, gli italiani gli daranno una mano lo stesso, ma non potranno liberarsi del dubbio che i loro sacrifici, ancora una volta, saranno perfettamente inutili”.

Anche in prospettiva?

“La stagione fredda è lunga e, con un governo incapace di riconoscere i propri errori, non si può non temere che, spenta la seconda ondata, dovremo solo aspettare la terza”.

La dialettica tecnico-democratica oscilla tra strappi, protagonismi e scaricabarile. Soffriamo solo noi o anche gli altri pagano pegno?

“Fra i grandi paesi solo la Germania è stata all’altezza, almeno nelle prime fasi dell’epidemia. Ma è l’Europa nel suo insieme che si è rivelata per quello che è ormai diventata, una costruzione artificiale ed acefala, priva com’è di una vera classe dirigente: folle nella politica sanitaria (il minimo era bloccare il turismo internazionale) e accecata dagli egoismi nazionali nella politica economica. Basti dire che non si sa ancora se e quando arriveranno i soldi del Recovery Fund”.

I contagi aumentano esponenzialmente. Scenario 1: il governo mantiene il controllo della situazione. Scenario 2: la crisi diventa troppo pesante e maturano le condizioni per un esecutivo d’emergenza. Qual è la sua previsione?

“Se ci fosse ancora Giorgio Napolitano, penso che il governo di emergenza sarebbe già in carica da un pezzo. Temo invece che Sergio Mattarella (e il circolo di persone che lo consigliano) non formalizzerà mai l’impegno che aveva adombrato all’inizio, ossia di tenere in vita il governo giallo-rosso solo se fosse stato all’altezza”.

QN.NET

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