Coronavirus, perché tenere le finestre aperte è molto efficace
di Viola Rita
TENERE le finestre aperte il più possibile potrebbe essere uno strumento centrale per contrastare la trasmissione del coronavirus Sars-Cov-2. Uno studio condotto da un gruppo di fisici dell’Università del New Mexico ha mostrato che questa regola vale anche per le aule scolastiche. La continua ventilazione, infatti, consente di ridurre significativamente la presenza di minuscole particelle di virus sospese nell’aria (il cosiddetto aerosol o trasmissione airborne) che soprattutto negli ambienti chiusi può rappresentare un veicolo di diffusione del virus. I risultati sono pubblicati sulla rivista Physics of Fluids.
Aerosol e coronavirus
L’aerosol è composto da una sospensione di particelle molto piccole, di dimensioni inferiori ai 5 micrometri (millesimi di millimetro), emesse durante la respirazione oppure che sono i residui di goccioline più grandi prodotte mentre si parla. Le particelle possono sostare o essere trasportate nell’aria, permanendo per un tempo che ancora è da stabilire. Di questo argomento si discute ormai dall’inizio della pandemia. Fino a poco tempo fa la trasmissione airborne (al chiuso o all’aperto ma in luoghi molto affollati) non era segnalata fra le possibili vie di contagio e solo recentemente è stata inserita ufficialmente nella lista da alcune autorità sanitarie di riferimento, come i Centri di controllo e prevenzione delle malattie statunitensi (Cdc) statunitensi. E oggi fioccano gli studi sul tema: ad esempio una ricerca estone appena pubblicata su Environment International mostra che aerare adeguatamente gli spazi indoor potrebbe essere efficace, nella prevenzione del contagio, almeno tanto quanto tenere le distanze e il lavaggio frequente delle mani.
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