Il nemico che avevamo dimenticato
di CESARE DE CARLO
Che anno maledetto! Tutti i nodi, i nostri errori, presunzioni, convenienze sembrano essere arrivati al pettine. E così nel pieno della pandemia, di una crisi economica e di una disoccupazione epocali, di una privazione delle nostre libertà senza precedenti dalla metà del secolo scorso, ci ritroviamo di nuovo alle prese con il terrorismo. Non un terrorismo anonimo come ci dicono le anime belle, ma un terrorismo che ci ha dichiarato la guerra santa e che va chiamato con il suo nome, terrorismo islamico o terrorismo islamista nell’accezione più morbida. E che è in casa nostra (l’accoltellatore di Nizza era un tunisino sbarcato a Lampedusa). Chi se ne ricordava? Laggiù in Medio Oriente, dopo tante gole tagliate, avevamo sconfitto l’Isis, ucciso il ‘’Califfo’’, liberato quelle popolazioni dal ricatto fondamentalista. I foreign fighters sopravvissuti, le loro spose convertite, i figli del fanatismo erano ritornati in quell’Europa che odiano e che aveva accolto i padri e i padri dei padri. Anche il tempo dei cani sciolti sembrava finito. E invece i fatti francesi ci riportano alla realtà.
Non basta combattere il terrorismo. Non bastano la prevenzione, l’Intelligence. Né tanto meno gli appelli a rispettare valori che per essere nostri non sono meno universali. Sono proprio quei valori, sono le nostre leggi laiche all’origine della predicazione ostile degli Iman radicali. I più moderati vi diranno di condannare la violenza ma anche le offese al loro profeta. Dunque, se così è, il governo francese se l’è cercata.
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